Mulino di cereali alimentato con il fotovoltaico, l'iniziativa di due giovani che hanno scelto la Sabina per vivere in armonia con la natura

Mulino di cereali alimentato con il fotovoltaico, l'iniziativa di due giovani che hanno scelto la Sabina per vivere in armonia con la natura
di Sara Pandolfi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 15 Marzo 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 10:02

RIETI - Un mulino per cereali alimentato con la sola energia solare fornita da un impianto di pannelli fotovoltaici. Il nuovo macinatoio di proprietà dell’azienda Farfarina è stato inaugurato nell’ambito di “Terra Madre Lazio”, progetto promosso da Slow food. Il mulino è nato su iniziativa dei proprietari Gloria e Francesco che nei loro terreni che si estendono tra Toffia, Castelnuovo di Farfa e Poggio Catino, coltivano grani antichi insieme a farro e legumi. Gloria e Francesco sono due giovani sposi, lei piemontese e lui romano, con una grande passione per la terra.

Nei primi anni della loro unione lavorativa si sono occupati di giardinaggio, ma fin da subito è stato chiaro per tutti e due che quello sarebbe stato soltanto un passaggio utile a risparmiare quei soldi necessari per acquistare un terreno in una zona “giusta” che potesse veder fiorire il loro progetto: avviare un’azienda dove produrre in maniera sostenibile e responsabile. 
E la scelta cade sulla Sabina dove i due acquistano i primi 2 ettari.

L’azienda crescerà poi fino a coprire 14 ettari tra Castelnuovo di Farfa e Toffia su cui oggi seminano a rotazione cereali e legumi ricercati e coltivano 550 ulivi secolari con metodo biologico.

«Con l’arrivo in Sabina - racconta Gloria - il primo problema è stato trovare chi accogliesse la lavorazione per piccoli quantitativi di grani biologici e venivamo sempre rimbalzati da un mulino all’altro. Da lì, quindi la nostra idea: realizzare un piccolo mulino a disposizione dei piccoli agricoltori, ma anche di chi produce per se stesso dando quindi la possibilità di mangiar bene a tutti. L’idea della condivisione e di sinergia con altre aziende agricole è alla base del nostro progetto e per questo che facciamo parte di molte reti. Ma la nostra idea è che questo luogo non resti soltanto un mulino. Ospiteremo la sede di Slow Food e qui sarà possibile incontrarsi per scambiare conoscenze, acquistare prodotti e più in generale un luogo di cultura. Ci auguriamo che tutto questo sia di stimolo per i giovani e che si tornino ad avviare nuove produzioni di grani che sono stati accantonati proprio perché non hanno una grande resa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA