Mensa di Santa Chiara chiusa, ma pasti consegnati fuori della struttura. Ora si guarda alla sede dell'ex Seminario

Mensa di Santa Chiara chiusa, ma pasti consegnati fuori della struttura. Ora si guarda alla sede dell'ex Seminario
di Giacomo Cavoli
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Domenica 25 Settembre 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 12:15

RIETI - Il Comune di Rieti impegnato nell’attivazione di una rete solidale che possa continuare a garantire l’erogazione quotidiana dei pasti, mentre per la Caritas Diocesana di Rieti i lavori di completamento dell’ex seminario di via Terenzio Varrone - che sarebbe dovuto essere già da tempo la meta finale della Mensa - sono ormai la priorità assoluta. Il giorno dopo l’annuncio della direttrice Stefania Marinetti della decisione di chiudere la Mensa di Santa Chiara a causa dell’inagibilità del chiostro, è scattata la corsa contro il tempo per individuare una collocazione temporanea e per non lasciare senza risposta le decine di richieste – che arrivano ad essere anche 200 al giorno – di un pasto quotidiano. 

Il servizio c'è ancora. La necessità più urgente, in questo momento, è naturalmente quella di riuscire a garantire il pasto giornaliero a coloro che, da un momento all’altro, non possono certo improvvisamente permetterselo: «Siamo usciti dalla struttura per una questione di sicurezza, non per protesta – ribadisce Marinetti a Il Messaggero - e voglio precisare che, anche dopo la chiusura della mensa avvenuta questa mattina (ieri, ndr), nessuna delle persone assistite è rimasta senza cibo: a coloro che hanno una casa abbiamo fatto la spesa, mentre a chi non ha un luogo dove poter andare i nostri volontari hanno consegnato i pasti fuori dalla mensa, come si è fatto fino a ieri (venerdì, ndr).

Attendiamo con pazienza il trasferimento al seminario e accettiamo di buon grado i ritardi che si sono verificati, ma in questo momento il nostro servizio dobbiamo portarlo avanti in un altro modo: pertanto chiedo alle istituzioni se sia possibile avere un luogo temporaneo dove cucinare, per evitare di dover somministrare soltanto panini, per i prossimi tre mesi, a tutte le persone che ci chiedono aiuto». 

La rete solidale. Il ragionamento su un luogo temporaneo da destinare alla mensa è sul tavolo del Comune di Rieti: «Le esigenze della mensa saranno soddisfatte attraverso la rete solidale che il Comune sta attivando con imprenditori e associazioni, per confezionare i pasti che verranno poi consegnati dai volontari fuori dalla mensa di Santa Chiara – spiega l’assessore alle Politiche Sociali, Giovanna Palomba – Per oggi pomeriggio (ieri, ndr) ho convocato una riunione insieme alle associazioni di sostegno alimentare così da fare rete insieme alla mensa, mentre nell’attesa del trasferimento all’ex seminario stiamo cercando soluzioni accettabili affinché la mensa possa riprendere al più presto la sua attività». 

E l’ex Manni di via Garibaldi che fu richiesto dalla mensa? 
«Lì ci sono dei lavori in corso, già finanziati dalla Regione Lazio, per la creazione di una struttura turistica a favore dei giovani tra i 18 e i 35 anni». 

Il trasloco. Del trasloco all’ex seminario di via Terenzio Varrone ne parlò Il Messaggero in un’intervista alla Marinetti nel febbraio di quest’anno, quando si sperava che entro pochi mesi la mensa avrebbe potuto avere un nuovo spazio dove aggiungere anche un dormitorio e le docce: «I lavori all’ex seminario sarebbero dovuti terminare in questi giorni ma, prima la guerra in Ucraina e poi il ritardo nel riuscire a reperire i materiali hanno fatto slittare tutto – spiega don Fabrizio Borrello, direttore della Caritas Diocesana di Rieti – Stiamo terminando l’installazione di impiantistica e infissi, poi monteremo la cucina che acquisteremo e il bancone che ci è stato donato. Dovrebbe ormai trattarsi di pazientare ancora qualche settimana, ma certo questa escalation così immediata della vicenda della mensa non la immaginavo. Il dormitorio e docce? Nel progetto ci saranno anche quelli, ma intanto concentriamoci sulla mensa, che potrà raggiungere anche i 70 posti a sedere, a seconda delle esigenze». 

Appello del Terzo Polo. Sulla vicenda della mensa intervengono anche il leader del Terzo Polo, Carlo Ubertini e Nome Officina Politica (da tempo a supporto di Santa Chiara attraverso l’iniziativa del “Pasto Sospeso”), per i quali è «necessaria una programmazione e un’attività dell’amministrazione comunale che prenda atto del fatto che il volontariato debba essere sussidiario, e non sostitutivo delle politiche sociali di pertinenza delle amministrazioni pubbliche. In una ottica di collaborazione e non di sostituzione, il Comune di Rieti e tutte le istituzioni coinvolte sono tenute a valorizzare il contributo delle associazioni e dei volontari, senza a queste richiedere oltre quello che sono materialmente in grado di offrire. Nel caso specifico, almeno una sede idonea e sicura per utenti e volontari».

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