Rieti, i dilettanti e l'emergenza,
Mattia Polletti in zona rossa:
«L'unica fortuna è che ho
la casa col giardino, qui è dura»

Mattia Polletti al Gudini e a casa
di Andrea Giannini
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Martedì 7 Aprile 2020, 12:21

RIETI - L’emergenza coronavirus in Italia vede piccoli spiragli di luce. Questo non avviene ancora a Contigliano: il paese è in zona rossa. Il 25enne Mattia Polletti ed esterno d'attacco del Piazza Tevere (Seconda categoria), si trova all’interno del comune obbligato a rimanere tra le mura domestiche. Ecco le sue parole a stretto contatto con la realtà.

Polletti, l’emergenza non è finita ma in Italia si registrano dei piccoli segnali positivi...
«È vero ma purtroppo nei social vedo ancora persone che non rispettano le disposizioni imposte dal Governo. Escono per andare nelle case di amici o della propria ragazza non rispettando gli obblighi emanati. Spero che la situazione si evolva nel migliore dei modi e nel minor tempo possibile per fare riprendere l’economia del nostro paese. Il numero dei contagiati diminuisce giorno dopo giorno ma dal mio punto di vista bisogna vedere anche il numero di tamponi fatti nelle 24 ore».

Lei abita a Contigliano e convive con l’emergenza...
«Da come possiamo vedere ci troviamo in una situazione abbastanza grave. Nel mio piccolo, trovandomi a Contigliano, all’interno di una zona rossa, posso descrivere il momento in prima persona. Siamo circondati dall’Esercito e dalle forze dell’ordine e obbligati a restare dentro le nostre abitazioni. Ci sono anche dei blocchi di cemento armato in modo tale che le persone non possono superare il confine di Contigliano e delle frazioni. Non possiamo andare in bicicletta, farci una passeggiata. Inoltre tutte le sere tra le 18 e le 19, passa la protezione civile nelle strade del paese dicendo con il megafono di stare all’interno delle proprie abitazioni. E anche Pasqua e Pasquetta le vivremo in zona rossa».

È preoccupato?
«Sinceramente sì. Anche nella giornata di ieri ad esempio sono aumentati i contagiati nel nostro comune, sono più di cento i contagiati all’interno del paese. La casa di riposo, tra l’altro vicino la mia abitazione, ha il numero più alto di contagiati. Faranno i tamponi alla maggior parte della popolazione ma prima di tutto a coloro che sono stati a contatto con le persone positive. Per effettuare il tampone bisogna inoltre fare richiesta al comune».

Come trascorre le giornate in casa?
«Passo le mie giornate lavorando con il computer ma ovviamente anche tra Netfix con film e serie tv. Svolgo anche un po’ di attività fisica per mantenermi in forma. Fortunatamente ho un giardino dove posso fare tutto questo. Durante la giornata ci sto spesso, di solito, nelle belle giornate per stare un po’ all’aperto ci pranziamo con la mia famiglia».

E per la spesa?
«Preferiamo non uscire. Facciamo ordini online e ci portano la spesa a domicilio nel giro di uno o due giorni. Questo può farlo chi vuole, ci sono persone che preferiscono fare spesa direttamente al supermercato. Per chi si dirige di persona all’interno di quest'ultimo, è obbligato a rispettare la distanza tanto ed è obbligatorio l’uso delle mascherine».

Quale dovrebbe essere il futuro dei campionati?
«Sicuramente ciò che importa adesso è l’incolumità delle persone. Il calcio passa in secondo piano, prima viene la salute delle persone. Inoltre nei campionati professionistici, con un pubblico così ampio, la possibilità di contagio è molto alta. Credo che una volta che la pandemia si sia bloccata completamente, si potrà tornare in campo. La stagione dei campionati dilettantistici, però, dovrebbe essere dichiarata conclusa, già da ora».

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