Rieti, coronavirus, il futuro avvocato
Leonardo Orlando è rimasto
a Bologna: «Qui grande senso
civico, ho riscoperto la lentezza»

Leonardo Orlando studia Giurisprudenza a Bologna
di Andrea Giannini
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Sabato 11 Aprile 2020, 10:46 - Ultimo aggiornamento: 10:48

RIETI - L’emergenza coronavirus ha modificato anche la vita degli studenti universitari fuori sede. Se in molti sono tornati dalle proprie famiglie, in altri ha prevalso un senso civico e ora sono lontani dai loro cari. Leonardo Orlando, 22 anni, studente in Giurisprudenza a Bologna, nonostante la possibilità di tornare dalla propria famiglia a Rieti nei primi giorni dell’emergenza, ha scelto di rimanere in Emila, regione che ad oggi è stata una delle più colpite dalla pandemia.

Orlando, lei studia a Bologna, perché non è tornato a casa quando avrebbe potuto?
«Non sono stato costretto a rimanere ma ho voluto per mia spontanea volontà. Avevo in programma di scendere per le vacanze di Pasqua, avevo prenotato già il treno. Quando sono state emanate le prime restrizioni ma c’era ancora la possibilità di tornare ho deciso di restare qui perché non mi sembrava né corretto, né giusto o produttivo muovermi anche se per il solo motivo di tornare dalla mia famiglia. Comunque nel mese di febbraio ero stato al nord tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, zone dove il virus poteva potenzialmente già esserci quindi non me la sono sentita di scendere. In molti ne hanno approfittato anche dei miei amici che studiano come me a Bologna».

Come si è evoluta l’emergenza in Emilia Romagna?
«Nel momento in cui si prendevano decisioni sul blocco totale e su tutte le restrizioni, l’amministrazione regionale qui in Emila Romagna si mossa un po’ in anticipo rispetto al Governo. Per esempio il governatore Bonaccini ha deciso di chiudere in anticipo i parchi rispetto alle decisioni prese successivamente a livello nazionale. Ho riscontrato un senso civico molto importante in questa città e in tutta l’Emila Romagna. Abito in centro a Bologna e vedere la popolazione da un giorno all’altro non occupare più le strade della città o rispettare con costanza tutte le regole per non diffondere il contagio mi ha fatto un effetto particolare. Il buon senso è stato recepito con una velocità e con una reattività importante. Nonostante i conctrolli non siano eccessivamente invasivi, le persone si attengono a tutte le disposizioni».

L’Emilia è una delle regioni più colpite.
«La vicinanza con la Lombardia ha permesso una percezione più immediata del problema. La situazione in Emilia Romagna non è stata tragica come nella regione confinante ma di certo è stata molto seria fino a qualche giorno fa. Secondo tutti i dati relativi a questa crisi sanitaria, è ancora oggi una delle regioni più colpite dalla pandemia a livello nazionale. L’impatto di questa malattia è stato così tanto forte da far traballare una regione come questa. Stando a quanto riporta il tg regione, Parma e Modena che sono le province più colpite, tanto che molti ricoverati sono stati trasferiti a Bologna. Un comune a soli pochi chilometri da qui, Medicina, è stata zona rossa per molto tempo».

Come trascorre le giornate in casa?
«Sto con la mia ragazza, quando è iniziata la pandemia ci siamo trovati insieme in quei giorni e siamo rimasti insieme fino a oggi. Cerco poi di alzarmi in un orario decente per non modificare le abitudini. Faccio lezione telematicamente e questo mi porta via molto tempo. Poi leggo, studio, mi alleno quando possibile solo in casa. Ho riscoperto dei ritmi più lenti della nostra vita. Eravamo abituati a fare mille cose insieme durante la giornata mentre in queste condizioni facciamo meno cose ma ce le godiamo di più. Basta pensare che a volte cuciniamo guardando qualche nuova ricetta».

E per la spesa…
«Proprio vicino casa ho un supermercato. Si chiama extra-coop e si può immaginare solo nel nome le dimensioni gigantesche che può avere. Nonostante ciò, come in tutta Italia, fanno entrare a picocli gruppi, c’è la distanza di vari metri sia per la fila esterna che all'interno dello stesso. Vengono distribuite inoltre salviettine per disinfettare le mani e guanti e tutti devono indossare le mascherine. Anche all’interno i commessi cercano di mantenere le distanza di sicurezza. Insomma tutte quelle accortezze per evitare i contatti».

Tutti indossano le mascherine?
«Vedo quasi tutti con le mascherine. Come ben sappiamo in questo momento, sono un bene di prima necessità e purtroppo sono anche difficilmente reperibili. Tuttavia leggevo proprio ieri che la regione Emilia Romagna nei prossimi giorni distribuirà un quantitativo molto alto di mascherine a tutta la popolazione».

È molta la voglia di tornare alla quotidianità.
«Sì, ma bisogna essere però coscienti del pericolo e della situazione.

Ascoltando tutte le notizie dalle quali siamo “bombardati” ogni giorno, credo che la strada sia ancora lunga. Il coronavirus è un evento così epocale che sia impossibile pensare di tornare da un giorno all’altro alla normalità. Probabilmente ciò sarà fatto gradualmente. Dovremo convivere per qualche mese con il Covid-19 adottando ancora le misure che ci sono oggi, il tutto fin quando non ci sarà un vaccino in grado di essere somministrato a tutta la popolazione».

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