E' scomparsa Laura Fagiolo, professoressa e imprenditrice agricola di successo

E' scomparsa Laura Fagiolo, professoressa e imprenditrice agricola di successo
di Samuele Annibaldi
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Sabato 2 Aprile 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 17:22

RIETI - È morta la professoressa Laura Fagiolo, imprenditrice e produttrice di Fara in Sabina. Aveva 86 anni. Insegnante di latino e greco, la professoressa Fagiolo, donna eclettica e piena di iniziativa, aveva trovato la sua dimensione nel mondo agricolo e negli allevamenti, era produttrice di olio ad alti livelli e attiva nel mondo della ristorazione e dell’ospitalità. Non certo da ultimo la politica (candidata sindaco contro Tarso Venti nel 1997), è stata consigliere comunale a Fara e poi l’impegno con la Fondazione Varrone.

Titolare dell’azienda agricola Fagiolo insieme alla nipote Antonella, Laura Fagiolo, conosciuta nel mondo dell’enogastronomia grazie all’agriturismo La Raja, aveva trovato con la sua azienda di oltre 80 ettari la chiave di volta per produzioni biologiche (tra le primissime in Sabina) e l’allevamento, soprattutto di suini, toccando punte - grazie alle sue 250 scrofe - di circa 5.000 suinetti all’anno, destinati a diventare suini pesanti.

Poi l’olio, nei sei ettari di uliveto. L’olio biologico doc della Sabina di Laura Fagiolo ha vinto il Leon d’oro a Verona nel 1995 e più di una volta premi e menzioni nell’Ercole olivario. A Passo Corese, l’azienda agricola che porta il suo nome e della quale la nipote Antonella ne prenderà le redini, è diventata negli anni un punto di riferimento e un modello da imitare da parte dei giovani che vorrebbero intraprendere nell’agricoltura.

L’allevatrice Fagiolo non aveva le sue radici in Sabina, essendo lei di origine friulana. Si trasferì nel Reatino nel dopoguerra, quando il padre, ex ufficiale dell’esercito, appassionato di agricoltura, e la madre friulana, acquistarono l’azienda agricola. La morte del padre fece sì che i figli dovettero occuparsi dell’azienda e lei, dopo aver lasciato l’insegnamento, prese in mano le redini, studiando e confrontandosi con tecnici del settore e veterinari. Iniziò così a occuparsi con dedizione di zootecnia, piuttosto carente in quella zona vocata alla coltivazione dell’olivo e all’olio, raggiungendo risultati e una crescita impensabile fino a qualche anno prima.

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