Rieti, la morte di Mariangela:
certezze e dubbi

Mariangela Mancini
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Lunedì 16 Maggio 2016, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 12:09
RIETI - Poche granitiche certezze, tanti evanescenti dubbi. E l’impressione è che il caso di Mariangela Mancini - i cui funerali si celebreranno domani alle 15 nella chiesa di Sant’Andrea di Spedino - resterà a lungo su questo doppio binario. Neppure l’autopsia, svoltasi sabato pomeriggio al de Lellis, ha ragionevolmente scalfito le convinzioni di familiari e amici della 33enne di Borgorose che poco o nulla credono all’ipotesi del suicidio, né le supposizioni di tanti che hanno seguito la vicenda.
 
Eppure l’esame autoptico ha certificato un dato inequivocabile: Mariangela ha ingerito acido muriatico, parte del quale era in una bottiglietta ritrovata accanto al corpo privo di vita della donna. Acido che le ha bruciato l’esofago, procurandole una morte atroce e lenta. Ed ecco la prima osservazione: chi vuole uccidersi, perché sceglie di farlo ingerendo acido, sapendo che prima di chiudere gli occhi sarà a lungo cosciente e tanto dolore subirà? E perché la donna avrebbe ingerito l’acido nella boscaglia, a 700 metri dalla sua abitazione, e non nella stessa, considerando che era sola? L’autopsia, inoltre, non ha chiarito del tutto la natura dei lividi e dei graffi che la donna ha sul collo e in altre parti del corpo.
 
Lividi e graffi che gli inquirenti da subito hanno ritenuto compatibili con l’ipotesi dello strangolamento. Una versione questa che ieri ha trovato appoggio dalla notizia del ritrovamento, accanto al corpo di Mariangela, di alcuni brandelli di busta. Busta che la donna avrebbe potuto usare per strangolarsi. Gli inquirenti, in realtà, non danno affatto peso a questa ipotesi. Resta in piedi quella che vorrebbe che Mariangela, prima di ingerire acido, abbia tentato di togliersi la vita impiccandosi. Ed ecco i lividi al collo, della forma di una collana. Ma nell’area circostante al ritrovamento del corpo, nulla è stato rinvenuto che possa far propendere per un tentativo di impiccagione.
E poi, chi poteva avercela con Mariangela? Solo il raptus di uno squilibrato, volendo analizzare l’ipotesi dell’omicidio, al momento potrebbe essere credibile, anche se spesso la realtà di alcuni fatti di cronaca ha abbondantemente superato la più fervida fantasia di giallisti di successo.
 
Gira che ti rigira, gli unici dati certi, oggettivi, sono al momento la morte per aver ingerito acido muriatico e la mancanza di elementi per poter dire che il liquido le sia stato fatto bere a forza. Di sicuro, inoltre, i carabinieri del nucleo investigativo della compagnia di Rieti, coadiuvati dai colleghi di Borgorose, continueranno a svolgere accertamenti e raccogliere indizi. Aspetteranno la relazione del medico legale, al quale il sostituto procurato Cristina Cambi ha dato 60 giorni di tempo per il deposito, e continueranno ad ascoltare testimonianze. Lo faranno per avere un quadro più completo possibile di quel che è accaduto nella boscaglia di Spedino nel pomeriggio di giovedì scorso e per dissipare i dubbi che ancora molti hanno rispetto alla «soluzione suicidio».
 
Altro dato certo, in questa storia comunque strana, è la calendarizzazione dei funerali della povera Mariangela, dopo il nulla osta al rilascio della salma ai familiari. Si svolgeranno domani nella chiesa di Sant’Andrea a Spedino e saranno officiati da don Giovanni.
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