L'anno che vorrei, Italo Carotti: «I reatini diventino più fiduciosi e il confronto politico sia meno fazioso

L'anno che vorrei, Italo Carotti: «I reatini diventino più fiduciosi e il confronto politico sia meno fazioso
di Sabrina Vecchi
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Martedì 3 Gennaio 2023, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 14:43

RIETI - Il 2022 è stato un anno molto impegnativo seppur costante nel suo svolgimento ed il linea con quello che l’ha preceduto Lo afferma Italo Carotti, avvocato reatino di 43 anni, iscritto all’albo della professione forense dal 2009. Sposato con un figlio maschio di 11 anni e una femmina di 8, è attualmente il tesoriere del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Rieti. 

Avvocato, per l’anno nuovo cosa di buono vogliamo augurare alla città di Rieti? 
«Alla mia città auguro di sfruttare al meglio tutte le opportunità che offre il Piano nazionale di ripresa e resilienza, non tanto e non solo al fine ultimo di intercettare finanziamenti comunque importanti, ma soprattutto nell’impiegarli in progetti di prospettiva a lungo termine, in grado di rilanciare e sviluppare veramente l’economia del territorio». 

A livello lavorativo dunque, un anno difficile ma non molto diverso dal 2021, nonostante la recente crisi energetica e i rincari sul costo della vita… 
«È innegabile che risentiamo ancora oggi dell’effetto derivante dall’epidemia di Covid.

Dal mio punto di osservazione, riguardo il mio specifico settore, rilevo che il contenzioso è tutto sommato rimasto invariato. La questione è che ora si incontrano molte più difficoltà a riscuotere i crediti professionali, anche peer la crisi economica in atto».

Cosa archivia in peggio Italo Carotti per quanto riguarda l’appena trascorso anno cittadino? 
«A mio avviso da dimenticare c’è, come prima cosa, lo scontro politico acrimonioso e fazioso, caratterizzato talvolta da pettegolezzi e chiacchiericcio che hanno abbassato - e secondo me anche di molto - il livello del fisiologico e sano confronto tra opposti schieramenti politici, come è sempre stato in questa città». 

E invece, cosa riscontriamo di buono da ricordare in città nel 2022? 
«Senza alcun dubbio c’è da sottolineare la capacità e la volontà dei nostri concittadini di tornare, per quanto possibile, alla vita normale post pandemia. Ma non solo. La bontà d’animo dei reatini in questo ultimo anno segnato dal conflitto russo-ucraino è emersa in maniera tangibile: ci sono stati molti gesti di generosità mostrati in diversi altri frangenti, non ultima la massiccia accoglienza mostrata nei confronti dei profughi ucraini arrivati nella nostra provincia a seguito dello scoppio della guerra». 

Abbiamo soddisfazioni personali particolarmente incisive, oppure episodi decisamente non piacevoli per quanto riguarda l’anno che abbiamo salutato? 
«Non ci sono cose particolari, ho vissuto un anno personale decisamente soddisfacente, non c’è niente che io voglia dimenticare. Come tutti, ho senza dubbio vissuto momenti meno felici di altri, ma nel complesso il 2022 ha segnato per me, come spero per molti altri, un momento di rinascita dopo due anni difficili, molto particolari». 

Per questo 2023, cosa auspicare come atteggiamento nuovo e magari propositivo, per i propri concittadini? 
«Per l’anno nuovo mi piacerebbe vedere i reatini più sereni, più fiduciosi nel futuro ma anche nelle loro stesse capacità. Non chiedo poi molto».

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