Rieti, Simone Natali, dopo la stagione
alla Spes prepara il riscatto:
«Ma non ho ancora deciso dove»

Simone Natali (Foto Meloccaro)
di Andrea Giannini
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Venerdì 14 Giugno 2019, 11:45
RIETI - La storia infinita di un giovanissimo Simone Natali, dagli anni del Rieti alla stagione al Termoli passata tra alti e bassi fino ad arrivare alla Spes Poggio Fidoni. Il numero uno gialloverde, all’età di 25 anni, spiega le ragioni delle sue scelte passate che hanno cambiato il suo presente.

Simone Natali, ci racconta il suo percorso prima dell’arrivo in maglia gialloverde?
«Dopo aver trascorso le giovanili nel Rieti, a 16 anni ho avuto l’opportunità di salire in prima squadra solo per fare il secondo di Mennini. Col passare del tempo sono riuscito a vestire da titolare la maglia amrantoceleste. Ho giocato qualche gara nel campionato di Eccellenza, disputando la Coppa Italia regionale (vinta) e la fase nazionale contro la Torres. La stagione successiva ho giocato titolare fino a un buon punto quando sono diventato il secondo dopo l’arrivo di Pennesi: un giocatore che alle spalle aveva anche la serie C. In quella stagione ho giocato scampoli di partite in campionato e coppa. Poi sono andato via dal Rieti per approdare al Giulianova in serie D dove ho giocato quattro gare da titolare: anche lì davanti avevo Melillo che aveva giocato in serie B. Successivamente sono passato al Termoli in serie D dove ho giocato sempre titolare fino a dicembre, quando il cambio di presidente ha portato la società al fallimento. Dopo Termoli avevo l’opportunità di giocare con altre squadre di serie D ma questo precedente mi ha fatto passare la voglia di giocare e a quel punto ho deciso di tornare a Rieti, dove sono ripartito dal Cantalice: due anni e mezzo dove il secondo anno abbiamo disputato anche i playoff per l'Eccellenza. Abbiamo scritto una bella pagine della società biancorossa, credo in molti la ricorderanno. Dopo il Cantalice ecco il mio arrivo alla Spes. Siamo retrocessi ma è stato un piacere giocare con questa maglia».

Ha avuto l’opportunità di giocare in molte società, quale esperienza ha segnato di più la sua carriera?
«L’esperienza che mi ha segnato è stata quella con il Termoli, giocare così tante partite in serie D per di più davanti a tantissimi tifosi è stato qualcosa di indescrivibile, anche se poi è finita male...».

Quali giocatori l’hanno colpita particolarmente?
«Sicuramente Federico Del Grosso, siamo stati insieme al Giulianova e lui era il capitano. Lo è ancora, lui non si è spostato perché vive lì. Da quando gioco nel reatino invece Stefano Panitti».

E il suo arrivo alla Spes Poggio Fidoni?
«Sono arrivato alla Spes spinto dalle idee della società e dell’allenatore. Ho voluto affrontare questa scommessa perché sapevamo già tutti che non era facile, dato il gruppo molto giovane. Nel momento in cui ne abbiamo parlato sono rimasto entusiasta».

È stata un stagione molto difficile tanto che è arrivata la retrocessione, perché?
«Di difficoltà ne abbiamo trovate tante, dal gruppo molto giovane al cambio di tre allenatori e sinceramente abbiamo fatto quello che potevamo senza avere alcun rimpianto. Potevamo fare qualche punto in più in alcune partite che abbiamo sbagliato dall'approccio».

Come è stato il suo rapporto con società e compagni?
«La società è composta da persone fantastiche. I giocatori che hanno avuto un grande ruolo al suo interno sono Cingolani, Dionisi e Petrongari. Visti gli anni trascorsi nelle diverse categorie, non si sono tirati indietro e cercavano sempre di insegnare cose nuove ai giovani».

Quali saranno i progetti per la prossima stagione, sa già quale maglia indosserà?
«Sinceramente anche non so cosa farò nella prossima stagione, vedremo questa estate».
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