Simone Natali, ci racconta il suo percorso prima dell’arrivo in maglia gialloverde?
«Dopo aver trascorso le giovanili nel Rieti, a 16 anni ho avuto l’opportunità di salire in prima squadra solo per fare il secondo di Mennini. Col passare del tempo sono riuscito a vestire da titolare la maglia amrantoceleste. Ho giocato qualche gara nel campionato di Eccellenza, disputando la Coppa Italia regionale (vinta) e la fase nazionale contro la Torres. La stagione successiva ho giocato titolare fino a un buon punto quando sono diventato il secondo dopo l’arrivo di Pennesi: un giocatore che alle spalle aveva anche la serie C. In quella stagione ho giocato scampoli di partite in campionato e coppa. Poi sono andato via dal Rieti per approdare al Giulianova in serie D dove ho giocato quattro gare da titolare: anche lì davanti avevo Melillo che aveva giocato in serie B. Successivamente sono passato al Termoli in serie D dove ho giocato sempre titolare fino a dicembre, quando il cambio di presidente ha portato la società al fallimento. Dopo Termoli avevo l’opportunità di giocare con altre squadre di serie D ma questo precedente mi ha fatto passare la voglia di giocare e a quel punto ho deciso di tornare a Rieti, dove sono ripartito dal Cantalice: due anni e mezzo dove il secondo anno abbiamo disputato anche i playoff per l'Eccellenza. Abbiamo scritto una bella pagine della società biancorossa, credo in molti la ricorderanno. Dopo il Cantalice ecco il mio arrivo alla Spes. Siamo retrocessi ma è stato un piacere giocare con questa maglia».
Ha avuto l’opportunità di giocare in molte società, quale esperienza ha segnato di più la sua carriera?
«L’esperienza che mi ha segnato è stata quella con il Termoli, giocare così tante partite in serie D per di più davanti a tantissimi tifosi è stato qualcosa di indescrivibile, anche se poi è finita male...».
Quali giocatori l’hanno colpita particolarmente?
«Sicuramente Federico Del Grosso, siamo stati insieme al Giulianova e lui era il capitano. Lo è ancora, lui non si è spostato perché vive lì. Da quando gioco nel reatino invece Stefano Panitti».
E il suo arrivo alla Spes Poggio Fidoni?
«Sono arrivato alla Spes spinto dalle idee della società e dell’allenatore. Ho voluto affrontare questa scommessa perché sapevamo già tutti che non era facile, dato il gruppo molto giovane. Nel momento in cui ne abbiamo parlato sono rimasto entusiasta».
È stata un stagione molto difficile tanto che è arrivata la retrocessione, perché?
«Di difficoltà ne abbiamo trovate tante, dal gruppo molto giovane al cambio di tre allenatori e sinceramente abbiamo fatto quello che potevamo senza avere alcun rimpianto. Potevamo fare qualche punto in più in alcune partite che abbiamo sbagliato dall'approccio».
Come è stato il suo rapporto con società e compagni?
«La società è composta da persone fantastiche. I giocatori che hanno avuto un grande ruolo al suo interno sono Cingolani, Dionisi e Petrongari. Visti gli anni trascorsi nelle diverse categorie, non si sono tirati indietro e cercavano sempre di insegnare cose nuove ai giovani».
Quali saranno i progetti per la prossima stagione, sa già quale maglia indosserà?
«Sinceramente anche non so cosa farò nella prossima stagione, vedremo questa estate».
© RIPRODUZIONE RISERVATA