L'omelia del vescovo: «Stefano
e Andrea non hanno sprecato istanti
di vita per aiutare gli altri»

L'omelia del vescovo: «Stefano e Andrea non hanno sprecato istanti di vita per aiutare gli altri»
di Daniela Melone
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Martedì 11 Dicembre 2018, 12:01 - Ultimo aggiornamento: 12:04
RIETI - «La vita è fragile ed imprevedibile, sottoposta a continui test di sopravvivenza, anche se ce n’è sempre uno che non si supera. E, tuttavia, proprio l’imprevedibilità fa la vita drammaticamente preziosa, al punto da non poterne sprecare alcun istante». Esordisce così il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompil,i nell’omelia delle esequie di Stefano e Andrea in una Cattedrale che non riesce ad accogliere i tanti presenti.

Chi non ha sprecato istanti preziosi è certamente Stefano che, aggiunge il pastore della Chiesa di Rieti «invece di tirar dritto si è fermato essendo, per altro, ben consapevole del rischio, anzi affrontandolo apertamente, pur di aiutare qualcuno con la sua voce che gridava di scappare altrove. Anche Andrea si è mosso per andare da un suo amico, il cui luogo di lavoro era in fiamme. Anche lui poteva starsene tranquillo, a debita distanza, e invece si è ritrovato in mezzo al fuoco».

Ricorda, il vescovo Domenico, la quotidianità vissuta da Stefano e Andrea: «Stefano andava a Monterotondo fuori servizio e Andrea era a casa. Quando all’improvviso sono stati richiamati dal fuoco di gas sulla Salaria. Sono stati attratti, risucchiati e, quindi, scomparsi. Il tutto nel breve volgere di qualche minuto».

«Crediamo – ha aggiunto Pompili - che Stefano ed Andrea non sono perduti, ma che proprio l’amore per gli altri di cui hanno dato prova, ha raggiunto e avvolto loro per primi. Si nasce incendiari e si muore pompieri, si usa dire con un certo sarcasmo per dire del tradimento degli ideali giovanili. In realtà, alla luce di quel che è accaduto, questo proverbio ha un’altra possibile lettura: è facile appiccare il fuoco, difficile è domarne le fiamme. C’è bisogno di gente come Stefano ed Andrea per spegnere il fuoco di un mondo che è – un po’ come la via Salaria – a rischio permanente. Per questo ciò che è più richiesto sono donne e uomini che sanno correre il rischio e non fuggire davanti al pericolo. Ciò che mette in sicurezza la vita degli altri è soltanto il coraggio di chi non pensa a sé stesso. E' questa la fede che manda avanti il mondo nonostante rischi di incendiarsi ogni giorno».
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