Un provvedimento durissimo e inedito, che scaturisce non dai procedimenti penali che pure riguardano Preite, ma da inadempimenti correlati al suo incarico di dirigente del Settore Finanziario, per gravi irregolarità contabili relative agli anni 2010-2012.
Gran parte dei rilievi discendono dritte dritte dalla deliberazione della Corte dei Conti, che ha anche quantificato il danno erariale prodotto dalla tumultuosa gestione dei conti comunali durante la seconda giunta Emili. In questi mesi, Preite ha avuto modo di opporre le sue controdeduzioni alle contestazioni avanzategli dall’amministrazione comunale, sia attraverso i suoi legali (Tiberio De Felice e Mariella Cari) che direttamente ma, questo, non gli ha evitato il recesso, deliberato dalla giunta lunedì scorso.
Preite è il secondo dirigente di punta della giunta Emili ad uscire di scena dopo Enrico Aragona che, al terzo provvedimento disciplinare, ha preferito trattare con la giunta Petrangeli un’uscita concordata dai ranghi dell’amministrazione. Ma certo non meno indolore.
E indolori non saranno nemmeno i nuovi tagli disposti dal governo a carico dei Comuni per trovare i soldi necessari a far quadrare la prossima legge di Stabilità. Per Rieti, si profila un ulteriore taglio di circa 423 mila euro, una specie di masso che rotola sul bilancino perennemente in bilico del Comune.
«Il comportamento del governo, che continua a scaricare sui comuni le difficoltà del risanamento dello Stato è intollerabile - dice il sindaco Simone Petrangeli. - Abbiamo contribuito anche troppo al risanamento: si mette a rischio l’autonomia dei Comuni, commissariati, di fatto, dallo Stato».
Ieri, come previsto, la seduta sul riequilibrio di bilancio, d’obbligo entro il 30 settembre, è andata deserta. La maggioranza di centro sinistra sta ripetendo lo schema (contestatissimo quand’era opposizione) del centro destra dei tempi d’oro: prima convocazione deserta, ma sindaco e assessori al riparo dal rischio commissariamento.
Se ne riparlerà il 14 ottobre: «Giusto due giorni dopo le elezioni per la nuova Provincia, che sta creando non pochi mal di pancia tanto nella maggioranza che nella minoranza - scrivono dal centro destra Andrea Sebastiani, Sonia Cascioli, Luigi Gerbino e David Festuccia. - Che sia architettato tutto ad arte per rimandare il redde rationem a scrutinio avvenuto?».
© RIPRODUZIONE RISERVATA