«Rimettere l'identità reatina al centro»: ecco il manifesto di Giovanni Rositani

«Rimettere l'identità reatina al centro»: ecco il manifesto di Giovanni Rositani
di Sabrina Vecchi
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Venerdì 29 Luglio 2022, 00:10

RIETI - Al secondo piano del palazzo comunale, l’assessore all’Urbanistica, Centro storico e Valorizzazione identità locale Giovanni Rositani occupa un ufficio lungo e stretto, in cui si percepisce quasi un sentore glaustrofobico. Lui ci ride su: «È la stanza più piccola, va benissimo. Qui vengo solo di pomeriggio, al mattino sono negli uffici dell’urbanistica a viale Morroni: è fondamentale stare a stretto contatto con il comparto amministrativo». Relativamente nuovo alla politica, a parte una parentesi da consigliere nella seconda giunta capeggiata da Giuseppe Emili, il quarantatreenne Giovanni Rositani ha raccolto 556 preferenze, lista Fratelli d’Italia, ed ha una militanza attiva ventennale alle spalle. Il quesito su quanto sull’ottimo risultato elettorale abbia influito l’imponente cognome che porta lo scioriniamo subito, via il dente via il dolore. 

Il cognome importante. «E’ naturale che quando sei il figlio di una persona tanto conosciuta in città questo porti condizionamenti.

Essere figlio di Guglielmo mi ha favorito in alcuni aspetti sociali, mi ha penalizzato in altri casi, in cui sono stato giudicato a prescindere. E poi non ho mai potuto comprare un biglietto della Festa del Secolo: chissà cosa sarebbe accaduto se avessi vinto io!» In un’ora e più di chiacchiere, la parola più ripetuta dall’assessore Rositani è “identità”: «È il trait d’union delle mie tre deleghe, parto dal presupposto di potenziare ed esaltare le tradizioni, il folklore, il paesaggio, tutto ciò che a che fare con le nostre origini e le nostre tipicità».

Giovanni Rositani è oggi in una fase di «studio e ascolto» che gli consenta di mettere il suo nell’incarico: «Stiamo valutando alcune situazioni. Ho già incontrato ad esempio i commercianti in zona Ponte Romano, soprattutto gli esercenti dei locali serali, tutti ragazzi giovani: credo che il loro sia un ottimo esempio di produttività e collaborazione». 
Un luogo dove negli anni scorsi si erano registrate molte proteste circa il disturbo arrecato ai residenti: «Credo che dialogando si possa sempre trovare un accordo tra le aspettative degli abitanti e quelle degli imprenditori. Il residente deve rendersi conto di stare in un centro storico, dove è normale ci siano locali; l’imprenditore può cercare di limitare i rumori, soprattutto nelle ore più tarde: ci vuole un po’ di buonsenso». Studi al liceo classico, un lavoro a Roma come ispettore Siae, «ci vado col Cotral, giusto per smentire i luoghi comuni da figlio di papà», (l’assessore Rositani non ha mai preso la patente) è grande fumatore e un buon lettore, «ma ora mi dedico ai libri di urbanistica», ama il ciclismo e ha avuto esperienze come volontario all’estero tramite una onlus che si occupa di progetti umanitari. E anche lì, si torna sull’identità. 

Volontario onlus. «Sono stato in Laos, Cambogia, Vietnam, Birmania. La missione era la salvaguardia della ricchezza rappresentata dalla cultura di questi popoli, che lottano per vivere e difendere la loro identità in un mondo globalizzato». Per Rieti, Rositani ha le idee chiare su molti punti: incentivi al turismo, agevolazione delle attività imprenditoriali, valorizzazione dei vicoli, incremento all’accoglienza della città, in particolare del centro: «Registro un’inversione di tendenza rispetto a quando si cercava la metropoli, ci sono tanti giovani che credono nelle potenzialità di Rieti, ci investono e ci vivono. Amo questo attaccamento al territorio, donarsi agli altri e alla comunità è una cosa che mi rappresenta, così come rappresenta tutti i componenti della mia famiglia». Un inno al dono che Giovanni Rositani ha sulla pelle, nel senso materiale del termine, tanto che la frase “Io ho quel che ho donato”, incisa sul portone del Vittoriale di Gabriele D’Annunzio la porta tatuata sulla spalla destra. 

Centro da rivitalizzare. Si parla di progetti urbanistici da portare avanti e di un centro storico da accompagnare nella ripartenza: «Ce la metteremo tutta per rendere migliore la città. Per quanto riguarda il centro inizierei col riportarci gli uffici e i servizi per farlo vivere e pulsare: la scelta di riportare l’Università in centro fa il paio con la mia visione politica». Intanto, procedono gli incontri con le realtà dei territorio: «Per la Ztl penserei ad una croce centrale come area del passeggio, più o meno come quella attuale, forse un po’ ridotta verso via Cintia. I tentativi precedenti, tipo allargarla fino a Porta d’Arce o Porta Romana, li ho trovati fallimentari». In quanto ad esempi virtuosi, Rositani cita piazza San Francesco, «un luogo che ha acquisito luce, vita e decoro», e torna sulle grandi potenzialità del fiume Velino e delle sue sponde. Con un appello ai cittadini, perché riscoprano la loro città e il senso del bello: «Basta una pianta, un vaso vicino al proprio portone». 

Prossimo papà. Intanto, dopo la messa a segno di un assessorato che all’inizio della campagna elettorale proprio non si aspettava, Giovanni Rositani attende un’altra data da segnare nel calendario di questo anno denso di soddisfazioni: quella del 25 settembre. Elezioni? «Certamente andrò a votare, ma sarà per prima cosa il giorno della nascita di mia figlia». Ma niente sala parto: «Sono un tipo un po’ rétro, mi piace l’idea del papà che fuma in attesa sul corridoio».

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