Il giallo dell'ex postina: «E' molto strano che Silvia Cipriani sia giunta da sola nel bosco di Scrocco»

Il cancello d'ingresso della casa di Cerchiara dell'ex postina
di Emanuele Faraone
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Venerdì 9 Dicembre 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 09:01

RIETI - Torna a parlare il generale Luciano Garofano, consulente di parte di Valerio Cipriani. Lo fa riguardo al mistero della scomparsa e della morte dell’ex postina Silvia Cipriani di 77 anni - che vede al momento unico indagato proprio il nipote Valerio per l’ipotesi di omicidio volontario - dopo l’espletamento degli esami effettuati sull’auto della donna e altri reperti, lo scorso martedì presso il Polo Tuscolano di Genetica forense. Intanto, intervistata da una troupe di Canale 5, un’amica della Cipriani conferma che era una donna ansiosa e che facilmente entrava in stato di agitazione e il giorno della scomparsa, i cambiamenti di orario per il controllo medico e la casuale deviazione del tragitto per tornare a casa, potrebbero averla mandata in confusione e fatto sbagliare strada. 

Le ipotesi di lavoro. «Abbiamo lavorato in due sessioni di lavoro – ha spiegato il generale Garofano – la prima dedicata a tutti gli indumenti e alle parti umane che sono state rinvenute nelle vicinanze dell’auto, anche se non erano poi così vicine, e successivamente abbiamo analizzato tutte le tracce ed i reperti che sono stati trovati all’interno dell’autovettura».

Anche per l’ex comandante dei Ris di Parma molti aspetti rimangono oscuri: «Capisco l’ansia e che quel che giorno la signora Cipriani possa essersi spaventata dalle variabili incontrate – prosegue – ma quel percorso con quell’auto non era nelle sue corde e non è compatibile con i suoi movimenti. Il ritrovamento in quel luogo (nel bosco di Scrocco di Montenero ndr) è molto strano anche per un allontanamento dettato dall’ansia e dalla paura o da un momentaneo smarrimento. Inoltre, da quel sito la distanza da strade asfaltate è molta. E poi una persona ansiosa addentratasi in una strada come quella avrebbe presto desistito, tornando indietro».

Gli esami di laboratorio. Sui reperti: «le analisi non sono concluse, non sembra che ci siano tracce ematiche ma dobbiamo terminare tutti gli esami e gli accertamenti per poterlo dire. Per quanto riguarda lo stato degli indumenti sembra compatibile con l’azione della macrofauna, altri non lo sono affatto. Tutto questo aumenta il mistero ma soprattutto il dovere da parte nostra di proseguire e perseverare nelle indagini per valutare tutte quelle contraddizioni che sono assolutamente palesi. Quindi, c’è ancora molto da lavorare anche per quanto riguarda gli esami su tutti i reperti presi dalle due case (quella di Rieti e quella di Cerchiara ndr) che frequentava la donna». 

La camicetta e la canottiera. Tra le principali e sostanziali novità, all’esito dei primi accertamenti, appare dunque una evidente incongruenza per quanto riguarda alcuni reperti – il riferimento in particolare è alla canottiera lacerata e alla camicetta a maniche corte a fiorellini rimasta intatta: «Alcuni reperti – chiude il generale - sono in condizioni molto differenti rispetto ad altri. Immaginiamo, per quanto riguarda gli eventi accaduti, che non sia una vicenda capitata accidentalmente ma dovuta, senza dubbio, a qualcos’altro. Per questo sarà importante attendere ora le conclusioni degli esami».

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