Gallerie di Colle Giardino chiuse per due anni, il traffico verrà deviato sulla vecchia Salaria

Gallerie di Colle Giardino chiuse per due anni, il traffico verrà deviato sulla vecchia Salaria
di Giacomo Cavoli
3 Minuti di Lettura
Sabato 26 Giugno 2021, 00:10

RIETI - Un’altra chiusura, l’ennesima, che stavolta durerà all’incirca due anni ma che, si spera, possa essere anche l’ultima. Anas ha infatti consegnato all’impresa “Consorzio Valori Scarl” i lavori di manutenzione programmata per l’ammodernamento dei quattro chilometri e mezzo delle gallerie “Colle Giardino”, lungo la Salaria, dove verranno effettuati interventi per un totale di 25 milioni di euro. I lavori verranno eseguiti alternativamente sia in direzione sud che in direzione nord e riguarderanno gli impianti di ventilazione, l’illuminazione con luci al Led di ultima generazione, impianti di monitoraggio dell’aria, impianti di pressurizzazione dei by-pass pedonali, rifacimento degli impianti idrici e antincendio, impianti di telecontrollo e video sorveglianza, impianti per la gestione del traffico con pannelli a messaggio variabile e semaforici.

Nel corso dei due anni di stop, il transito in galleria verrà interdetto e il traffico verrà deviato lungo la vecchia Salaria. «I lavori previsti all’interno delle gallerie fanno parte del pacchetto di opere che include la rotonda di Passo Corese e la realizzazione di tre rampe in tre svincoli cittadini, fra cui quello tra viale Sacchetti Sassetti e la Salaria per Roma – spiega l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Antonio Emili – E speriamo che i fondi europei possano essere utilizzati per il raddoppio della Salaria». 

Italiche lungaggini. Fino ad oggi, la storia delle gallerie di Colle Giardino è, più che altro, un ciclo continuo di aperture e chiusure.

Tutto cominciò con l’esproprio di un casale che sorgeva in coincidenza con l’inizio delle gallerie, pagato a peso d’oro al proprietario dell’abitazione e sul quale la Procura di Rieti condusse degli accertamenti per verificare la regolarità dell’operazione, ma l’inchiesta fu infine archiviata. 

L’iter di realizzazione è un capolavoro di italiche lungaggini: da quando il 13 settembre 1988 Il Messaggero titolò “Entro il 1991 anche Rieti avrà la sua bretella automobilistica” trascorsero poi 15 anni fino al 25 luglio 2003, quando le gallerie furono inaugurate dall’allora ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, insieme ai due parlamentari reatini Angelo Cicolani e Guglielmo Rositani (al costo di 71 milioni e 412 mila euro).

La denuncia di Rositani del 1998. Già però nel 1998 Rositani, all’epoca presidente del consiglio comunale di Rieti, aveva scritto all’Anas sollecitando la fine dei lavori e osservando che nelle galleria a monte fosse necessario il rifacimento del «collettore principale delle acque, in quanto essendo realizzato in tubi di cemento, materiale che trattiene il calcare, determina il blocco dello scorrimento delle acque stesse». 

E infatti sono spesso bastate poche gocce d’acqua per rendere impraticabili le gallerie, mandando in crisi il sistema di drenaggio: come accadde ad esempio nel dicembre 2010 «a causa delle copiose infiltrazioni e per lo straripamento del fiume Turano, adiacente al piano viabile» (come scrisse la stessa Anas) che costrinsero alla chiusura per diversi giorni. Nel 2011 si intervenne quindi con nuovi lavori, contando altri giorni di chiusura, insieme ad altre 24 ore di stop registrate nel 2012. E

a partire dal 26 agosto fino al 29 novembre 2013 le gallerie rimasero chiuse per altri tre mesi, per realizzare opere di regimentazione e smaltimento idraulico delle acque di falda. Un altro allagamento si verificò poi nel 2018. Ora un nuovo, stavolta lunghissimo, intervento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA