RIETI - In Francia da quasi 5 anni, in tempi di normalità, il reatino Francesco De Angelis vive a Parigi, frequentando un master in Motion Design alla prestigiosa École Multimédia e lavorando come audio-video maker per l'agenzia editoriale Uni-médias. Negli ultimi due mesi, allo scoppio della pandemia, Francesco, classe 1996, è però tornato a Grenoble, città in cui ha svolto la prima parte degli studi e dove si trovano i suoi genitori e la sua fidanzata. Con lui abbiamo parlato non solo di cambiamenti della quotidianità e di come Grenoble ha affrontato l'emergenza, ma anche di Rieti, amici e atletica.
Francesco, il Coronavirus quanto ha stravolto le sue giornate? Tornare momentaneamente a Grenoble è stata una scelta positiva?
«L'emergenza sanitaria ha modificato lo stile di vita di tutti. Superata da poco la metà di marzo, ho iniziato a studiare e lavorare da remoto, rimanendo molto più tempo in casa. Non dovendo recarmi in ufficio, sono tornato a Grenoble, dove attualmente vivo con la mia fidanzata. Qui lavorano anche i miei genitori, con i quali sono riuscito a colmare la distanza. Parigi manca, ma essere ora a Grenoble mi rasserena».
A suo avviso, Grenoble ha affrontato la pandemia in maniera corretta? Ha notato differenze rispetto alla situazione italiana?
«In Francia il lockdown è stato annunciato circa 10 giorni dopo che tutta Italia era stata dichiarata zona rossa. Nelle prime settimane di chiusura totale, Grenoble era deserta, ma in seguito la gente è tornata gradualmente per le strade. Il Paese comincerà domani, 11 maggio, la fase 2 e, già da diversi giorni, si notano un po' troppe persone che girano per la città senza osservare le dovute precauzioni. In ogni caso, supermercati e farmacie si sono organizzati molto bene nel fare rispettare le distanze, garantendo sicurezza e serenità a ciascun cliente».
Sente spesso familiari e amici in Italia?
«Sì, ci aggiorniamo continuamente. I social e la tecnologia si stanno rivelando grandi risorse in un momento così delicato».
In questo periodo ha mai pensato di rientrare a Rieti?
«No, ma ho una forte nostalgia della città. Non torno a Rieti da Natale 2018, ma ogni volta che riesco ad esserci è sempre una bella emozione. Mi mancano molto parenti ed amici, ma anche l'atletica al Guidobaldi. Al Camposcuola ho trascorso giornate intense ed indimenticabili. Sono grato a tutta la famiglia Milardi, che per me sarà sempre un punto di riferimento. Non appena rimetterò piede a Rieti, lo stadio di atletica sarà uno dei primi posti in cui andrò».
Si sente cresciuto dopo tutto questo tempo lontano dall'Italia?
«Sicuramente.
Coronavirus, Francesco De Angelis
tra Parigi e Grenoble: «Giornate
difficili, Rieti nel cuore: mancano
parenti, amici e il Guidobaldi»
di Matteo Di Mario
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Domenica 10 Maggio 2020, 12:00
Sono arrivato in Francia dopo essermi diplomato, con enorme curiosità ma allo stesso tempo parecchio timore. Durante questi anni, ho conosciuto persone che sono diventate la mia seconda famiglia e che, fin da subito, mi hanno aiutato ad integrarmi al meglio. Grenoble e soprattutto Parigi si sono rivelate due realtà stimolanti, in cui sono potuto entrare presto a contatto con il mondo del lavoro. Le università fanno tanta attenzione alle possibilità lavorative dei propri studenti, garantendo strumenti e competenze all'avanguardia. Oggi mi sento molto diverso rispetto a cinque anni fa e questo lo devo anche alla mia famiglia, che non ha mai smesso di essere al mio fianco».
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