Fondazione Varrone, cresce la fronda contro D'Onofrio. Persio: «Non può ricandidarsi»

Fondazione Varrone, cresce la fronda contro D'Onofrio. Persio: «Non può ricandidarsi»
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Giovedì 3 Giugno 2021, 00:10

RIETI - Il futuro dell’Università reatina, che appare non scollegato alle vicende interne alla Fondazione Varrone, culminate con le dimissioni di Roberto Lorenzetti dalle due cariche di presidente della Sabina Universitas e di vice dell’ente di via Crispolti, ha di fatto avviato il discorso su quale sarà il futuro governo della Fondazione e, soprattutto, chi sarà chiamato a dirigerlo. Manca un anno alle elezioni per rinnovare gli organi dirigenti, previste nel 2022, ma l’acceso dibattito cittadino sorto intorno al futuro del polo universitario, non poteva non riguardare anche il candidato – o i candidati – alla presidenza. Tra i papabili, c’è proprio Lorenzetti, ma a tenere banco è l’eventuale riconferma del romano Antonio D’Onofrio, attivo nell’assumere iniziative di particolare impatto mediatico, sulla cui “autocandidatura”, indiscrezione trapelata da ambienti di Palazzo Crispolti, iniziano a emergere chiari segnali di dissenso. 

I distinguo.

Un primo distinguo è quello di Pierluigi Persio, ingegnere reatino (proprio il ritorno a un reatinità della presidenza viene invocata da più parti, anche dalla politica), già membro del cda, che interviene sul dibattito appena avviato spiegando perché l’imprenditore D’Onofrio non può succedere a se stesso.

«Un’autocandidatura è sicuramente legittima ma, nel caso specifico, inopportuna – esordisce Persio -. Il presidente è l’espressione di un consenso vasto tra i componenti degli organi e dei soci, è la sintesi di un sentire comune che sembra venuto meno nei confronti dell’attuale presidente. Diversi episodi ricordati da Il Messaggero sono andati a colpire, indipendentemente dalle cause che li hanno motivati, delle attività simbolo del sentire comune di questa città». Il riferimento principale è all’Università: «Va forse ripensata, ma non va certo cancellata. Lavorare per migliorarla è sicuramente più faticoso che eliminarla, ma va fatto. L’Università – spiega l’ingegnere - è un patrimonio di Rieti e dobbiamo opporci agli smantellamenti. Che dire poi della Studentesca? Decenni di lavoro e di impegno di persone illuminate hanno portato Rieti alla ribalta dell’atletica nazionale, intere generazioni di studenti hanno respirato l’aria dell’impegno e della sana competizione. Perché affogarla? Quale è la logica? Prima di autocandidarsi bisogna guardarsi indietro e riflettere. D’Onofrio è stato un presidente utile a questa città? – affonda Persio - e comunque il discorso è abbastanza inutile. A termini dello Statuto, D’Onofrio ha espletato i due mandati, considerati gli incarichi precedenti ricoperti, che vengono posti come limite alla partecipazione agli organi della Fondazione. Dunque, non può ricoprire altre cariche, compresa la funzione di presidente, per tre anni. E’ strano che non lo sappia. Evidentemente, però, pensa già a modificare lo Statuto, come ha già fatto per le note vicende del segretario generale. E d’altro canto se già Putin o Erdogan si sono assicurati la carica a vita, modificando la Costituzione, perché non lo può fare il presidente della Fondazione? Un buon risultato». 

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