I fedeli di Talocci sono rimasti
senza chiese: appello alla Curia
vescovile della diocesi mirtense

Il tetto della chiesa dei Santi martiri Sabini
di Raffaella Di Claudio
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Sabato 2 Marzo 2019, 16:24 - Ultimo aggiornamento: 16:41
RIETI - I fedeli di Talocci restano senza chiesa. Dopo il santuario Santa Maria dell’Arci è inagibile anche la chiesa dei Santi Martiri Sabini. Da due anni il santuario dell’Arci è chiuso in attesa che venga messo in sicurezza dopo i danni causati dal terremoto del 2016. Il 23 febbraio, invece, la chiesa dei Santi Martiri Sabini è stata danneggiata dal maltempo.

Le raffiche di vento hanno scoperchiato il tetto dell’edificio ai piedi di parco Fonte Pesole. In via provvisoria, il parroco don Zibie ha allestito un piccolo altare nella sacrestia, ma anche qui insistono infiltrazioni d’acqua. In questa situazione la comunità religiosa talocciana non può andare avanti per molto, anche perché a fine maggio sono previsti i festeggiamenti, sentitissimi nella frazione e in tutto il comune, in onore della Madonna dell’Arci. E se le cose non cambiano la popolazione non avrà un luogo dove celebrare la patrona.

E sui tempi dei lavori di messa in sicurezza e sulla riapertura del santuario, non si hanno notizie. Per maggio di certo le opere non inizieranno. Tutti gli interventi sui due edifici ecclesiastici spettano alla Diocesi Suburbicaria Sabina-Poggio Mirteto guidata dal vescovo Ernesto Mandara.

L'APPELLO
«Chiediamo un intervento urgente alla Curia – dicono dal comitato Madonna dell’Arci – anche in vista dei festeggiamenti della patrona, la cui statua si trova nella chiesa di Talocci, ora inagibile. Il problema è sentitissimo dalla popolazione di cui ci facciamo portavoce, auspicando dalla Diocesi risposte rapide». Non che i fedeli della frazione si siano mai tirati indietro con opere di volontariato per apportare migliorie alla chiesa e alle attività promosse dal parroco. Nessuno che abbia negato un aiuto per sistemare l’impianto di riscaldamento, ritinteggiare una parete. «Ma – precisano i membri del comitato – il nostro è un comitato di festeggiamenti, non si occupa di affari economici e la gestione ecclesiastica non si può basare solo su atti volontaristici». Da qui l’appello alla Curia mirtense.
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