Enrico Ruggeri e il blitz musicale ad Amatrice

Enrico Ruggeri
di Sabrina Vecchi
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Venerdì 29 Luglio 2022, 15:44 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 23:13

RIETI - «Quando ho iniziato pensavo di fare massimo venti concerti. Poi ho smesso di tenere il conto». Enrico Ruggeri oggi di concerti ne ha fatti circa tremila e trecento, data più data meno. L’artista torna nella provincia di Rieti dopo l’esibizione tenuta nel capoluogo nel 2019, e stasera alle 21 arriverà ad Amatrice, in zona Molino San Bartolomeo, per il suo terzo “blitz”, dopo le tappe di Imperia e Ospitaletto. «Li ho chiamati blitz perché sono cose particolari, l’una diversa dall’altra», dice il cantautore milanese, quarant’anni di carriera alle spalle che non sintetizzeremo qui perché non basterebbero le battute.

Le incursioni. «Si tratta più di incursioni che di una tournée vera e propria, ciascuna con una sua originalità.

Ad Amatrice suoneremo su un palco piccolo, senza maxischermi o passerelle, tutto sarà delegato alla musica, senza sequenze pre-registrate: insomma, la concezione di musica che intendo io».

Della sua concezione parlammo su queste pagine, quando Ruggeri venne a Rieti: il suo modo di lavorare è quello dei musicisti di stampo autentico, con ogni nota prodotta sul momento. "È stato così fin da quando suonavo nelle cantine, con venti persone che ascoltavano, e neppure tutte interessate. Oggi la gente va ai concerti e ingenuamente non si rende conto che ascolta solo la riproduzione di un disco". Ad Amatrice, Ruggeri si esibirà in elettrico con la sua band, per portare un sorriso e una serata di divertimento alla popolazione: "Sono contento di riaccendere le luci sul posto".

Nella scaletta della serata, un giusto mix di nuove canzoni e grandi successi: "Occorre saper centellinare. Sono felice di cantare i brani dell'ultimo album "La Rivoluzione”, ma ovviamente ci sono una dozzina di brani che devo fare per forza". Come non annoiarsi davanti a canzoni ripetute per tanti anni? "Ti stanchi solo quando le provi, la cosa bella del nostro lavoro è avere gente davanti: quando vedi il pubblico felice, cantare per la miliardesima volta "Mistero" è bellissimo". Tra televisione, radio e libri, Enrico Ruggeri si conferma un artista molto versatile, reduce addirittura da un'esposizione alla Biennale di Venezia con la sua prima opera d’arte contemporanea. "Mi piacciono tante cose: il punk, la canzone francese, il jazz, il folk, il mio è un tipo di progetto che non può essere plebiscitario. Ho capito subito che non avrei mai fatto il pieno a San Siro, ma anche che non sarei sparito dalla scena".

Tra le altre passioni, lo sport: oltre il calcio, che lo impegna anche nella Nazionale Cantanti, Ruggeri si tiene in forma con la corsa e con uno stile di vita salutare: "Cerco di rimanere magro: se fai rock e non sei magro non sei credibile". Un tipo rockettaro e talvolta con opinioni controverse rispetto alla massa, da sempre. Lo è stato con il Covid, lo era quando tutti si mettevano un certo tipo di occhiali neri e lui li portava fluo. Oggi, il suo dissenso spesso si manifesta sui social: "È il tempo di oggi. Il positivo è che oggi dai comunicazioni massificate con un solo click, invece un tempo certe notizie le trovavi solo su TV Sorrisi e Canzoni. Il brutto è che poi trovi Fragolina92 che ti dice come devi fare un concerto, ma tant'è".

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