Rieti, ecomafie: rischio infiltrazioni
nella Valle del Turano

Rieti, ecomafie: rischio infiltrazioni nella Valle del Turano
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Mercoledì 24 Agosto 2016, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 17:32
RIETI - Andrà alle «Netturbiadi» di Cattolica, in programma all’inizio di settembre, tradizionale manifestazione dedicata allo sport praticato dagli iscritti ai centri ricreativi aziendali di tutta Italia, per parlare anche di mafia e del rischio infiltrazioni nel territorio reatino.

Un’occasione insolita, che Mario Pompei, 65 anni, a lungo sindaco di Collegiove (dal 1985 al 2014, con una sola legislatura di interruzione) vuole sfruttare per attirare l’attenzione sulla realtà del territorio dove vive, la valle del Turano, possibile obiettivo per organizzazioni che agiscono al di fuori della legalità. A Cattolica andrà in rappresentanza dei piccoli Comuni della provincia di Rieti, per parlare di ecomafie e rifiuti a un convegno sul tema «Legalità e ambiente», dove è annunciata anche la partecipazione di Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia, di Luca Tosi, sindaco di Verona, Antonio Pergolizzi, responsabile dell’osservatorio di Legambiente, Alessandro Bratti, presidente della commissione parlamentare sui rifiuti, tutti moderati da Giovanni Lauricella.

Ma che c’azzecca, verrebbe da dire, un ex sindaco con la mafia?
«Noi viviamo nella valle del Turano che è una realtà molto particolare – spiega Pompei – perché alcuni segnali provenienti da realtà limitrofe al Reatino, a ridosso dell’autostrada che si snoda ai confini dei nostri territori, hanno suscitato qualche preoccupazione di troppo. Ci sono alcune inchieste giudiziarie in corso per fare luce su possibili infiltrazioni mafiose a pochi chilometri da noi, è del tutto logico che ci preoccupiamo. Occorre prevenire, prima ancora che curare».

E quale migliore occasione per parlarne in un convegno dove sarà presentato il rapporto su Ecomafie 2016?
«Ne approfitterò - spiega l’ex sindaco Mario Pompei - anche per portare all’attenzione generale i problemi della valle del Turano, dalle emergenze ambientali a quelle lavorative. Proprio la disoccupazione costituisce il terreno fertile per reclutare giovani da parte delle organizzazioni criminali e su questo aspetto Ddavvero molto pericoloso dobbiamo essere, le istituzioni per prime, tutti molto attenti».
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