RIETI - Cambia la topografia dello spaccio, si ridisegnano i profili dei luoghi della compravendita di droga. Boschi, aree impervie e zone montane, con vegetazione fitta e boscaglia, diventano, sempre più spesso, nuove piazze di spaccio: più defilate, controllabili da vedette, potenzialmente più sicure e con ostacoli naturali a facilitare fughe o a rendere difficoltoso l’accesso delle forze dell’ordine.
Una realtà consolidata, che cresce molto spesso in alternativa ai luoghi tradizionali dello spaccio, come parchi, vicoli o parcheggi, per trasferirsi in corridoi ecologici boschivi che hanno il vantaggio di poter offrire una base per la compravendita di sostanze stupefacenti h24, grazie a bivacchi e accampamenti e quindi con guadagni molto più redditizi.
La tendenza. Una tendenza “green” che cresce su scala nazionale e che, anche in provincia di Rieti, sembra aver attecchito grazie anche alla vocazione di un territorio che vede prevalere una geografia collinare e montana. Indagini che - come confermato dalle forze dell’ordine - diventano necessariamente più difficoltose, articolate e complesse perché i metodi tradizionali devono spesso essere supportati da presidi tecnologici e unità cinofile antidroga. Gli ampi spazi di cui si può disporre in un bosco offrono inoltre infinite possibilità in relazione a luoghi dove celare gli stupefacenti. Per questo operazioni antidroga in tali aree vengono predisposte congiuntamente con reparti speciali e personale operativo di comandi e questure limitrofe.
Vantaggi non solo per gli spacciatori, ma una situazione in generale favorevole anche per gli acquirenti che, dopo un rapido appuntamento tramite lo scambio di messaggistica istantanea, possono raggiungere questi luoghi appartati e defilati direttamente in auto, senza dare nell’occhio o esporsi. Presidi sempre attivi dalle 9 del mattino fino a notte inoltrata, distribuendo così l’afflusso della clientela in un arco temporale molto ampio, in modo tale da non creare assembramenti o code di auto che potrebbero sollevare sospetti o essere notati. Spesso però l’inevitabile viavai non sfugge a chi abitualmente frequenta determinate aree con conseguenti segnalazioni alle forze dell’ordine, come accaduto a Magnalardo.
Infine la piazza di spaccio boschiva - proprio per la sua semplice gestione - offre la possibilità di rimanere sempre attiva anche quando c’è bisogno di viaggiare per effettuare gli approvvigionamenti di droga, venendo temporaneamente gestita da personale a ranghi ridotti. Una (semi)nuova sfida per le forze dell’ordine.