La disabile reatina trovata morta a Cascia viveva in una casa senza luce né gas. Badante sotto torchio

La disabile reatina trovata morta a Cascia viveva in una casa senza luce né gas. Badante sotto torchio
di Ilaria Bosi
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Domenica 19 Febbraio 2023, 00:10

RIETI - La procura di Spoleto ha disposto indagini patrimoniali sulle due donne disabili della provincia di Rieti che da circa un anno e mezzo vivevano a Onelli di Cascia, insieme a una badante di 68 anni - nativa di Rocca Ranieri di Longone Sabino, ma che risulta residente a Contigliano - ora indagata per maltrattamenti. 
Una di loro, la 48enne Patrizia Canini, è morta giovedì mattina, poco prima dell’arrivo dei soccorritori, allertati dalla stessa 68enne che ai sanitari ha detto che la sua assistita era stata colta da un malore. L’altra disabile, 46 anni, è stata trasportata in ospedale per accertamenti, visto che sul suo corpo, come su quello della Canini, è stata constatata la presenza di lividi, la cui natura è da accertare. 

Gli accertamenti medico legali. L’autopsia disposta sulla donna deceduta e affidata ai medici Luca Tomassini e Sara Riccioni, dovrà anche chiarire alcuni aspetti che in gergo vengono definiti tossicologici.

In buona sostanza, si cerca di capire se la poveretta avesse ingerito farmaci, in misura diversa o di tipologia differente da quelli che avrebbe dovuto assumere, ammesso che seguisse un piano terapeutico specifico. 

Con il passare delle ore, infatti, si cerca di allargare la lente non soltanto sulle circostanze che hanno portato alla morte della 48enne, ma più in generale sulle condizioni in cui vivevano le due donne, affette da diverse fragilità sia fisiche che cognitive. Entrambe provenienti dalla provincia di Rieti, disabili al 100 per cento, erano verosimilmente sparite da tempo dai radar dei servizi sociali delle zone di residenza. Possibile che nessuno se ne fosse accorto? 

Vita da invisibili. A Onelli, un grappolo di case sopra Cascia, vivevano praticamente da invisibili. Nessuno le conosceva, gli abitanti del posto raccontano di averle a malapena incrociate qualche volta, quando si recavano a buttare l’immondizia, in compagnia dei due cagnolini, o a raccogliere la legna in un fazzoletto di terreno a poche decine di metri dall’abitazione, che non era di loro proprietà e dove non risulta fossero in affitto. In Umbria, quindi, non avevano un medico di famiglia, né alcuna forma di assistenza sanitaria e sociale pubblica.

Per questo i carabinieri di Norcia, sotto il coordinamento della Procura di Spoleto (il pubblico ministero Andrea Claudiani è titolare del fascicolo) intendono indagare anche sui conti correnti e più in generale sul patrimonio delle due donne, che presumibilmente prendevano una pensione, anche di invalidità. Quando gli inquirenti sono arrivati nell’abitazione di Onelli, il contatore della corrente era staccato. In quella casa, quindi, che si trova in piena zona montana, si viveva con il solo riscaldamento di una stufa a legna, mentre si cucinava con una bombola a gas. Senza luce. 

Situazione nel degrado. Una situazione di degrado sociale su cui la procura, guidata dal facente funzioni Vincenzo Ferrigno, intende assolutamente indagare. Gli accertamenti investigativi puntano anche a chiarire se le donne avessero familiari, quali fossero gli eventuali contatti con loro e come siano giunte in quella frazione sperduta, a cinque chilometri dalla cittadina di Santa Rita, l’avvocata dei casi impossibili. Della badante, di chi l’avesse incaricata e su quale legame avesse con loro si sa ancora poco. 

La donna, nativa di Contigliano, risulta domiciliata a Rocca Ranieri, una località di Longone Sabino, zona del Turano, sempre nel Reatino. La donna, assistita dal suo legale, potrà chiedere di essere sentita, non solo per chiarire la sua posizione ma anche per definire i contorni di una vicenda che, nell’immediato, restituisce un quadro di profonda tristezza e solitudine, oltre che di degrado sociale.

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