RIETI - La guerra può avere volti sorridenti? A guardare il viso vispo di Solomija che fa capolino dalla porta, sì. Ha sei anni, i capelli raccolti in uno chignon, il tutù nero e le mezze-punte. La nonna Ludmila, che vive nel comune di Fara Sabina da 10 anni, le chiede in ucraino se le piace danzare e lei veloce risponde in italiano: «Si!». Da poco più di una settimana ha iniziato a frequentare la scuola di danza “Mb Dance Academy” di Passo Corese diretta dalle maestre Martina e Michela Basosi. Abitando nella prima frazione farense, Ludmila conosceva bene la scuola e per distrarre la piccola, facendole riprendere lo studio della danza iniziato in Ucraina e bruscamente interrotto, ha deciso di iscriverla. Aveva tenuto per sé la loro storia, ma quando era pronta a pagare la retta, Martina, Michela, Eleonora e tutto il team di “Mb dance Academy” hanno deciso di regalarle l’intero corso.
Il racconto. «Sono state fantastiche - dice commossa - Siamo rimaste senza parole, le ringraziamo per tutto quello che stanno facendo.
«Vorrei tornare lì», spera la ragazza. In città sono rimasti i nonni e il fratello impegnato insieme ad altri civili ad aiutare tantissimi ucraini in fuga dalle città più martoriate.
«Nella nostra casa – spiega Natella – sono ospiti 6 persone che arrivano da Kiev: è così in tutti gli appartamenti lasciati vuoti da chi è scappato dall’Ucraina». Truskavets, vicinissima alla frontiera con la Polonia («che è nella Nato», sottolinea) è più sicura di altri posti, ma non c’è tranquillità. I missili hanno iniziato a cadere anche lì. Per questo Ludmila ha preferito portare Natella e Solomija nella sua casa di Passo Corese. Un amico le ha accompagnate in una città vicino alla frontiera, ma poi non si poteva proseguire in auto. «Allora – ripercorrono mamma e nonna - alle 9 della sera abbiamo preso acqua e uno zaino e continuato a piedi per 22 chilometri. Fortunatamente, non era freddo e alle 5 del mattino siamo arrivate alla dogana polacca». E Solomija? «Non ha fatto un fiato – assicurano – Le avevamo spiegato che dovevano scappare perché c’era la guerra e lei ha capito. Le chiedevamo se fosse stanca e lei rispondeva sempre di no. Non ha mai fatto capricci».
La scuola. Domani inizierà a frequentare la prima elementare a Passo Corese e, in apparenza, si mostra serena. Le manca il papà, autotrasportatore in diversi Paesi d’Europa, ma è riuscita a vederlo per 24 ore mentre era diretto in Sicilia e lo sente via Viber. Certo, ai suoi amici pensa spesso. «L’altra sera – raccontano mamma e nonna – mentre stavamo vedendo un telegiornale ucraino, è scoppiata a piangere. Ci ha chiesto se avessero bombardato la nostra e casa e domanda sempre se i suoi amici sono ancora vivi». È una bambina affettuosa e intraprendente, Solomija. «Dopo tre lezioni ha già imparato il balletto per il saggio e si è integrata perfettamente con le altre bambine che l’hanno accolta benissimo – sostengono le maestre Martina e Michela - Neanche la lingua è un ostacolo, quasi ci dimentichiamo che non parla italiano. Con lei è tutto naturale: il bisogno d’amore e la voglia di dare affetto. Siamo felici di poterle regalare un po’ di serenità». Insegnandole a schivare le avversità della vita a passo di danza.