Rieti, coronavirus, la Croce Rossa
e la consegna dei beni di prima
necessità: «Un grazie anche
ai giovani volontari». Foto

La consegna dei beni di prima necessità (foto Riccardo Fabi)
di Giacomo Cavoli
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Lunedì 11 Maggio 2020, 09:03 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 18:46

RIETI - Percorrere chilometri per suonare ad un citofono e consegnare un pacco di farmaci, i sacchetti della spesa, vestiti o un buono per l’acquisto di beni alimentari. Gesti di straordinaria anormalità nel tempo sospeso del coronavirus, che la Croce Rossa di Rieti ha affrontato grazie soprattutto all’abnegazione dei suoi giovani volontari, senza dimenticare gli studenti reatini e un pensiero dolce per chi, invece, si è trovato ristretto nei Centri Covid.
 

 

La consegna dei beni

«L’emergenza durante le settimane Covid ha messo in campo quanto la Croce Rossa aveva già predisposto da tempo, come il Tempo della Gentilezza, con volontari operativi presso la sede dell’ex Bosi dalle 8 alle 14 e fino alle 20 – spiega il responsabile dell’emergenza, Roberto Maiolati - Al centralino, due di loro ricevono le richieste di persone che necessitano di ricevere vestiario, farmaci e generi alimentari, insieme ai referenti per il Centro Operativo Comunale per il vestiario da fornire e di Amatrice per la distribuzione dei buoni spesa».

«I giovani sono impiegati ogni giorno nel Tempo della Gentilezza e quasi tutti i turni sono coperti da loro – aggiunge Alfredo Vulpiani, responsabile del Tempo della Gentilezza e dell’attività dei giovani – In questa emergenza ne abbiamo impiegati una trentina, ma in generale siamo circa 75».

«Ci adoperiamo per assecondare le domande che vengono inoltrate alla sede e, al momento, la risposta dei volontari ci ha permesso di essere presenti in tutte le richieste – prosegue Maiolati - I servizi porta a porta ai Covid positivi vengono effettuati rispettando tutte le indicazioni sulla sicurezza e utilizzando i dispositivi di protezione individuali adeguati. Si citofona e si lascia il pacco nell’atrio o nell’ascensore e anche se per questa tipologia di interventi non è previsto il contatto fisico, in questo modo si assicura comunque l’incolumità dei volontari».

Avvicinarsi a chi, in quel momento, è fragile fisicamente e moralmente, ha messo i giovani volontari della Croce Rossa di fronte all’evidenza di come il coronavirus abbia piegato tutti, persino i caratteri più temprati: «Nei momenti di consegna non ci sono state difficoltà tra gli operatori e le persone, che li hanno visti come dei salvatori – spiega Maiolati - Per i volontari è stata anche l’occasione di uscire dalla monotonia attraverso lo scambio vocale con le persone. Ma ci sono state anche le dichiarazioni di chi, in questo tempo di ristrettezza economica, si sentiva quasi offeso nella sua integrità per via del fatto di dover ricorrere a dei sussidi da parte del servizio sociale».

Le precauzioni, per fortuna, hanno retto e così il comitato di Rieti non ha registrato nessun caso di contagio dovuto all’attività di volontariato: «Essendo comunque un’emergenza eravamo abituati, ma fino ad oggi abbiamo avuto soprattutto a che fare con i terremoti. Il Covid ci ha invece costretto a fare i conti con qualcosa di nuovo e quindi, se anche i più esperti eravamo allenati all’ordinario, questa emergenza ha fatto si che ci si riunisse e si adottassero nuove modalità operative persino a livello centrale. I vertici sono stati molto categorici attraverso indicazioni e linee guida abbastanza buone, perché hanno garantito l’incolumità dei volontari e continuano a funzionare tutt’ora».

«Abbiamo poi supportato anche l’Istituto di istruzione superiore di Rieti “Luigi di Savoia”, insieme alla dirigente scolastica Maria Rita Pitoni, per la consegna dei tablet della scuola agli studenti – conclude Vulpiani – E grazie all’accordo con la Coop, abbiamo preso circa 130 colombe e le abbiamo consegnate alle strutture ospedaliere e ai centri Covid».

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