Morte durante il Covid, scambiate le salme di due donne

Morte durante il Covid, scambiate le salme di due donne
di Sara Pandolfi
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Sabato 18 Luglio 2020, 00:41 - Ultimo aggiornamento: 14:11

RIETI - Se dietro al racconto non ci fosse il dolore di due famiglie, coinvolte in prima persona nel dramma di perdere un familiare durante il periodo Covid, la faccenda potrebbe anche far ridere. Il racconto ha per sfortunate protagoniste due anziane signore, una di Rocca Sinibalda e l’altra di Monterotondo, scambiate alla morte e seppellita l’una con il nome dell’altra.

I fatti, raccontati dagli stessi protagonisti, descrivono una realtà agghiacciante che è quella degli anziani morti da soli nell’impossibilità di salutare per l’ultima volta i propri cari. E proprio da questo ultimo saluto negato che è nato l’errore al quale ora si sta tentando di porre, per quanto possibile, rimedio. 

La cronistoria. Le due donne erano, compagne di camera presso una residenza per anziani nel comune di Nerola. A seguito della dichiarazione della zona rossa nel comune ella provincia romana, le donne sono state dapprima spostate in una struttura di Fonte Nuova e, successivamente, una al Policlinico Umberto Primo di Roma e l’altra al Sant’Andrea. Non è chiaro in quale dei due trasferimenti sia avvenuto il fatto, ma nella confusione del momento qualcuno, inavvertitamente, ha scambiato le cartelle cliniche. E’ da quel momento in poi che la donna di Rocca Sinibalda ha iniziato ad essere ufficialmente la signora di Monterotondo e viceversa e quindi: la finta donna di Rocca Sinibalda, in realtà la signora romana, trasferita al Sant’Andrea, mentre la vera signora sabina portata al Policlinico. 

Familiari all'oscuro. Nessuno dei familiari ha più potuto vedere le due donne a causa delle restrizioni imposte per evitare i contagi durante il lookdown e quindi nessuno ha potuto accorgersi dello scambio. Intanto, le condizioni di salute di una delle due, la finta donna di Rocca Sinibalda, che aveva contratto il virus, si sono aggravate e per lei non c’è stato niente da fare. I familiari sono stati avvisati, ma sempre come previsto dalle regole imposte non hanno potuto vedere la cara estinta neppure dopo morta e hanno potuta salutarla, in forma ristretta, solo dopo che la bara è stata chiusa. Impossibile, quindi, accorgersi che quella seppellita al cimitero presunto natale non era la donna giusta. 

Lo scambio. Ad accorgersi dello scambio, invece, sono stati i parenti della donna di Monterotondo. Nonostante la vera signora di Rocca Sinibalda non avesse contratto il virus, la donna si è spenta senza il conforto dei cari all’Umberto Primo. Ed è proprio all’obitorio del Policlinico che si è scoperto del tragico errore. Informati della morte della mamma, i figli si sono recati a Roma, ed a loro è toccata l’amara scoperta: quella che giaceva morta non era la mamma. Ora la faccenda è passata tutta nelle mani del Tribunale che cercherà anche di ricostruire le responsabilità di questo scambio di persone. Intanto la donna di Rocca Sinibalda resta all’obitorio e quella di Monterotondo seppellita con un altro nome.

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