Il covid ha fatto impennare le cause di separazione e i divorzi

Il covid ha fatto impennare le cause di separazione e i divorzi
di Massimo Cavoli
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Venerdì 14 Maggio 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 07:18

RIETI - L’amore è eterno finché dura, recita il titolo di un fortunato film di Carlo Verdone, ma dodici mesi di Covid hanno lasciato il segno nelle unioni matrimoniali e così, in molti casi, la coppia è scoppiata, facendo registrare un aumento delle cause legate a separazioni e divorzi. Il dato emerge confrontando il numero dei procedimenti tra il primo quadrimestre 2020 (inizio della pandemia) e lo stesso periodo del 2021: da gennaio ad aprile di quest’anno, le separazioni consensuali sono state 59, 20 in più rispetto alle 39 dello scorso anno, fino a sfiorare le 62 del primo quadrimestre 2019, mentre i divorzi congiunti sono passati dai 16 del 2020 ai 38 del 2021, sempre tenendo come riferimento i primi quattro mesi di ogni anno. Anche in questo caso, si registra un avvicinamento al dato del 2019, quando i divorzi congiunti furono 35. 

La situazione. Diverso è il quadro per quanto riguarda le cause dove non c’è l’accordo tra i coniugi e si litiga su tutto, dal mantenimento della casa alla custodia dei figli, per finire alle questioni economiche.

Nel 2021, fino a oggi, le separazioni giudiziali sono state 13 (nel 2020 furono 31 rispetto ai 20 del 2019), i divorzi giudiziali hanno superato il dato del 2020: nel primo quadrimestre sono 19, lo scorso anno, nello stesso arco di tempo, se ne registrarono 13, comunque inferiori ai 30 del 2019. In questa situazione, una nota positiva arriva dalla durata delle cause, condotte dal presidente del tribunale Pierfrancesco de Angelis, i cui tempi si sono drasticamente ridotti rispetto al passato quando non c’è litigiosità tra i coniugi. Tra la fissazione della prima udienza e i passaggi successivi, fino ad arrivare all’omologa della sentenza, l’attesa non supera le tre settimane, che possono diventare quattro in casi particolari. 

La tempestica. Una tempistica nel definire i procedimenti, aiutata anche dalla trattazione telematica dei fascicoli, che non si registra in molti altri tribunali, apprezzata soprattutto da avvocati provenienti da fori diversi da quello reatino. E con l’aumento delle liti matrimoniali anche il lavoro degli studi legali è cresciuto: «Con l’inizio della pandemia, noi avvocati di diritto di famiglia abbiamo visto moltiplicate le domande per separazioni e divorzi, nonché per disciplinare l’affidamento e il mantenimento dei figli minori nel caso di coppie non coniugate – chiarisce l’avvocata Arianna Del Re, una lunga esperienza in materia maturata in tanti anni -. Siamo stati anche inondati di richieste di intervento per affrontare le criticità relative alle modalità di frequentazione dei figli col genitore non collocatario nei periodi di quarantena e lockdown. Ovviamente, non è stata la pandemia in sé a far esplodere le crisi, piuttosto la convivenza forzata ha messo in chiaro quelle criticità risalenti, ma rinviate per mille ragioni ad ogni occasione. La vita frenetica è un anestetico della crisi di coppia, con il lockdown l’effetto dell’anestetico non ha più funzionato e sono emersi prepotentemente i mali della coppia». 

Violenza familiare. Ma a volte gli scontri sono degenerati: «Nei casi peggiori, purtroppo, abbiamo assistito anche ad un aumento preoccupante delle violenze endofamiliari – conferma la Del Re – e il tribunale ha provveduto ad adottare severi provvedimenti di allontanamento a tutela e protezione dei familiari. Laddove possibile è sempre opportuno individuare soluzioni non conflittuali, nell’interesse della coppia e soprattutto dei figli, ricorrendo ai diversi strumenti che il nostro sistema mette a disposizione, quali la mediazione familiare, la negoziazione assistita e il metodo collaborativo»

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