Covid, decolla la campagna vaccinale: in un giorno oltre 1500 dosi. Successo per l'Open day alla caserma Verdirosi

Covid, decolla la campagna vaccinale: in un giorno oltre 1500 dosi. Successo per l'Open day alla caserma Verdirosi
di Sabrina Vecchi
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Domenica 9 Maggio 2021, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 05:50

RIETI -  I contagi scendono sotto quota 500 e i vaccinati aumentano, ieri nuovo record giornaliero con mille e 501 dosi totali somministrate. Anche grazie all’Open day promosso dalla Asl al centro vaccinale della Verdirosi. Alle 8 meno un quarto di ieri mattina la fila di persone in coda per vaccinarsi nell’hub realizzato nella caserma aveva già quasi circondato la vicina chiesa di San Domenico. L’opportunità di ricevere il farmaco anti-Covid AstraZeneca in questo e nel prossimo fine settimana data agli over 50 e ad alcune categorie prioritarie piace ai reatini, tanto che alle 22 di ieri sono state circa 400 le dosi inoculate. 

Lo sforzo organizzativo. Uno sforzo straordinario messo in campo dalla Asl - a oggi l’unica del Lazio ad aver organizzato gli Open Days - per accelerare in provincia la campagna vaccinale contro il Covid.

Sia per questo fine settimana che per il prossimo, dalle 8 alle 22, se si hanno più di 50 anni o si dimostra con opportuna certificazione di appartenere a prescindere dall’età a forze armate, Polizia locale, Protezione civile, operatori sanitari aderenti agli Ordini professionali, personale delle comunità residenziali, socio sanitarie e socio assistenziali, civili, religiose, basterà mettersi in coda senza alcuna prenotazione ed attendere il proprio turno. Salvatore e Isabella portano con loro il cagnolino, lo lasciano legato all’ingresso dell’hub.

Arrivi anche da Roma. «Siamo moglie e marito, entrambi di Roma, zona Magliana. Abbiamo letto di questa iniziativa, poi abbiamo chiamato la Asl di Rieti per conferma e ci siamo letteralmente precipitati qui. Non solo ci siamo tolti un pensiero, ma abbiamo anche visitato questo straordinario chiostro. I quindici minuti di osservazione sono passati in fretta guardando gli affreschi, e adesso una passeggiata per vedere la città e poi a cena al ristorante. Grazie davvero». Un operatore di soccorso ha appuntamento per il 17 maggio, ma ha disdetto per vaccinarsi una settimana prima: «Sembra poco, ma non lo è!». La gente è affluita più corposamente in mattinata e nel tardo pomeriggio, e la parte del leone l’ha fatta il passaparola, che soprattutto in provincia ha sempre il suo perché: «L’ha fatto stamattina un vicino di casa, così oggi pomeriggio sono venuta io», dice una signora. E in barba alla galanteria e a tutto il resto, si esibiscono con una punta di orgoglio i 50 anni già varcati.

Le categorie prioritarie. Soddisfatte le categorie appartenenti a Polizia locale e Protezione civile. «Siamo stati a contatto con i malati, alcuni di noi prestano servizio volontario sulle ambulanze, eppure non siamo stati inseriti nelle categorie a rischio. Oggi finalmente possiamo vaccinarsi, siamo felici», dicono due operatori di Collevecchio. Stessa cosa per un operatore della Municipale di Rieti, giunto “di corsa” alla Verdirosi: «Era ora che venissimo considerati». 
Le guardie giurate si preoccupano che tutto vada liscio: «La gente è più tranquilla, soprattutto per la questione AstraZeneca. Presto servizio qui alla Verdirosi dall’inaugurazione del primo maggio, faccio turni di dodici ore, a parte un signore che aveva la fobia degli aghi non ho sentito nessuno preoccupato, come non ho sentito nessuno che accusasse malessere nei quindici minuti dopo la somministrazione». Giuseppe ha cinquant’anni tondi tondi, indossa pantaloncini corti e scarpe da corsa. «Io volevo assolutamente fare AstraZeneca, non sono uno specialista ma lo ritengo un vaccino classico e più affidabile. Tanto che sono già pronto per andare a correre, subito dopo averlo fatto». 

Marco arriva direttamente in bicicletta. Renato, made in Poggio Bustone e mascherina della Juventus, tiene banco. «Ah io non lo faccio eh. Mando avanti mogliema, vedo se sopravvive lei!». Ma è proprio la moglie a convincerlo, e dopo un po’ di battute si torna seri: «A parte gli scherzi, sono un po’ allergico ad aghi e ambulatori. Ma faccio l’allenatore di calcio per ragazzi, siamo stati sempre attenti ma ho paura soprattutto per loro. E quindi mi tocca fare coraggio...però prima mia moglie. Non si sa mai!».

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