Chirurgia del de Lellis trasferita a Roma, la Lega chiede invece di utilizzare le sale operatorie di Magliano Sabina

Chirurgia del de Lellis trasferita a Roma, la Lega chiede invece di utilizzare le sale operatorie di Magliano Sabina
3 Minuti di Lettura
Venerdì 27 Novembre 2020, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 22:39

RIETI - Anche la Lega reatina prende posizione sul “trasloco” di chirurgia a Villa Tiberia, a Roma. A porre alcuni interrogativi è il coordinatore provinciale, Paolo Mattei. «Mi chiedo - dice - perché, vista l’esperienza di primavera, la Regione non abbia pensato in questi mesi a pianificare e attuare una vera politica territoriale, mettendo in campo azioni di prevenzione e gestione dell’emergenza sanitaria?». Per il leader locale della Lega sarebbe la mancata pianificazione a portare oggi a una situazione di difficoltà: «Posto che risulta necessario implementare i posti covid presso l’ospedale di Rieti e che la presa in carico di pazienti con malattie di interesse chirurgico non può essere trascurata, ci chiediamo se non sia possibile trovare altre soluzioni che non mortifichino l’offerta sanitaria del Reatino».

Mattei è convinto che in questo momento di difficoltà, solo un paziente con gravi patologie si sottoporrebbe a intervento chirurgico complesso: «Se un paziente deve fare il giro di Peppe: ricoverato a Rieti, trasferito a Roma e operato dai reatini nella Capitale e riportato nel capoluogo sabino, preferirà sicuramente andare direttamente a Roma, per ragioni di tempo e sicurezza». Per il coordinatore provinciale è dunque tempo di cambiare indirizzo nelle politiche sanitarie con iniziative di medicina territoriale e riapertura di piccoli presidi ospedalieri. «In questa ottica, perché non pensare di riattivare Magliano, che già effettua una chirurgia ambulatoriale e dove già sono presenti sale operatorie (nella foto) fornite delle attrezzature necessarie e con letti di ultima generazione ora in disuso, per un costo sostenuto anni fa di circa 4 milioni di euro».

I chirurghi ci sarebbero, considerato la chiusura parziale del de Lellis, mancherebbero gli anestesisti, ma questi andrebbero reperiti sul mercato.

E lancia un appello a La Pisana: «Chiediamo alla Regione e alla dg Asl di rivedere questo piano di rimodulazione dell’offerta sanitaria, e chiediamo a tutte le istituzioni di mobilitarsi in proposito, attraverso la conferenza dei sindaci, la Provincia, le forze politiche e sociali». Sul tema del provvisorio trasferimento del reparto di Chirurgia al Villa Tiberia di Roma, la Lega ha presentato anche un’interrogazione in consiglio regionale e una al ministro Speranza, con i senatori De Vecchis, Rufa e Fusco.

La fake news di Oncologia. Nel frattempo, la paventata chiusura di oncologia viene definita dal direttore del reparto, Anna Ceribelli, «una fake news».

«Nell’ambito della riorganizzazione del de Lellis, dovuta alla grave emergenza covid19, ogni trattamento oncologico è garantito e mantenuto con l’elevato livello clinico-assistenziale che lo ha sempre caratterizzato. L’accesso alle cure (chemioterapia, immunoterapia, target therapy, terapia biologica, visite ambulatoriali, terapie di supporto, gestione della tossicità, supporto trasfusionale, accertamenti diagnostici invasivi e non, rivalutazioni radiologiche) non sta subendo e non subirà rinvii o ritardo tutto ciò è garantito dal potenziamento dell’attività in regime di ricovero di day hospital».

© RIPRODUZIONE RISERVATA