Coronavirus, iniziano a mancare le bombole di ossigeno per i malati che sono curati a casa

Coronavirus, iniziano a mancare le bombole di ossigeno per i malati che sono curati a casa
di Giacomo Cavoli
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Domenica 15 Novembre 2020, 00:15

RIETI - C’è anche la carenza delle bombole d’ossigeno delle quali le farmacie reatine si riforniscono, tra le tante emergenze scatenate dall’arrivo della seconda ondata Covid. Uno scenario che si estende a macchia di leopardo per la città, tra chi riesce a soddisfare nuove e vecchie richieste – come quelle avanzate da parte di coloro che già le utilizzavano per patologie pregresse - e chi invece si ritrova travolto dall’ondata di necessità non previste, a causa dei bassi livelli di saturazione dell’ossigeno nel sangue provocati dal Covid e della razionalizzazione delle forniture operata dalle società fornitrici. 

Aumenti del 30 per cento. A confermare l’aumento della richiesta delle bombole da parte dei pazienti sono, prima di tutto, gli stessi medici di base: «Sì, negli ultimi tempi è stato necessario prescrivere l’utilizzo delle bombole ai nostri pazienti in una misura maggiore rispetto ai periodi pre-Covid, con un aumento del 20, 30 per cento rispetto all’uso quotidiano», spiegano i due medici di medicina generale Luciano Sanesi e Giancarlo Rosati.

«Spesso si verifica un abbassamento dei livelli d’ossigeno nei malati Covid – spiega Sanesi – Così, per non caricare ulteriormente il sistema sanitario con nuove ospedalizzazioni, prescriviamo l’utilizzo della bombola.

Ma i pazienti che già le utilizzavano in precedenza non dovrebbero avere problemi nel reperirle, perché per loro sono già programmate». «L’aumento delle richieste d’ossigeno proviene quasi esclusivamente da parte di pazienti anziani, quando c’è una desaturazione parziale – osserva Rosati – Molti di loro però sono già problematici da un punto di vista cardio-circolatorio». 

I rifornimenti. Una catena, quella del rifornimento delle bombole, che normalmente si attiva con la richiesta da parte delle farmacie alle ditte fornitrici ma che, negli ultimi mesi, ha visto rallentare i rifornimenti da parte delle società stesse, per far sì che l’aumento esponenziale della domanda non rischi di lasciare a secco nessuno.

Ecco così che i nuovi accordi di rifornimento tra ditte e farmacie prevedono la consegna, da parte delle società, di bombole cariche d’ossigeno in un numero equivalente a quelle vuote restituite dalla farmacie. Ma qui arriva già il primo intoppo, perché l’effetto creato dal Covid fa sì che i nuovi pazienti che necessitano delle bombole non abbiano però quelle vuote da restituire, non avendole mai utilizzate prima. 

In apnea. «Le bombole ancora le abbiamo, ma ormai siamo al limite di forniture – spiegano alla farmacia Salaria di via del Terminillo - Le ditte fornitrici hanno giustamente necessità di riavere indietro quelle vuote altrimenti non possono darci le piene, ma le persone che ce le chiedono non hanno il vuoto perché si tratta di quasi tutti pazienti Covid che normalmente non le hanno mai utilizzate e quindi non hanno quelle vuote da restituirci. Quelle che noi stiamo fornendo in questi giorni sono infatti destinate a questi nuovi pazienti, ma ormai siamo al ritmo di 8-9 bombole a settimana e non sono volumi sostenibili».

L’improvvisa crescita di richieste ha colto di sorpresa anche la farmacia Asm 2 di piazzale Angelucci: «L’aumento c’è stato, è molto significativo e siamo in difficoltà, soprattutto a partire da questa ultima settimana – raccontano - Non abbiamo né le bombole né i gorgogliatori da associarvi e spesso al numero di contenitori vuoti che facciamo rientrare non otteniamo indietro un equivalente di pieni, perché molta parte della richiesta proviene dalle case di riposo. Le bombole più richieste sono quelle da 3.000 litri, ma non si trovano neanche quelle da 1.500».

Uno scenario che però cambia vistosamente, anche solo restando nel contesto delle farmacie comunali: all’Asm 1 di viale Matteucci, infatti, «c’è un po’ di sofferenza, ma al momento è abbastanza sopportabile», mentre addirittura all’Asm 4 di Quattro Strade «da quando è iniziata la seconda ondata, non abbiamo ricevuto richieste di nuove bombole oltre quelle già programmate».

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