Coronavirus, nessun caso nel Reatino
ma sui social è già scattata la psicosi

Coronavirus, nessun caso nel Reatino ma sui social è già scattata la psicosi
di Fabrizio Colarieti
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Sabato 1 Febbraio 2020, 17:35
RIETI - Per il momento di contagi da Coronavirus - o presunti tali - non ce n’è traccia a Rapariland, ma, c’è da giurarlo, prima o poi, qualcosa accadrà. E sarà psicosi. Intanto, in attesa che la pandemia si manifesti nella Valle Santa, come sempre, l’occasione è ghiotta per tornare sull’urgenza di adottare misure per contrastare un’altra grave pestilenza che, ahinoi, affligge molti reatini: nella forma meno virulenta è semplicemente ignoranza, in quella più grave è analfabetismo funzionale (cioè coloro che pur sapendo leggere e scrivere non riescono a comprendere le informazioni e a interpretare la realtà).

Quest’ultima patologia si manifesta su Facebook, lo sfogatoio di ogni genere di fobia, ovviamente dopo i gruppi di mamme su Whatsapp. E in queste ore di imperdibili manifestazioni su cui riflettere ce ne sono.

Partiamo da M., il suo commento è un vero e proprio rompicapo per i linguisti: «Ma Ri tu prega il signore ché non ti viene febbre 41 poi vediamo se vai in panico e non vai a ps. Almeno stati zitta ché fatte meglio. Penso ché chi va a Ps va perché a bisogno». E poi A.: «Ma basta la mascherina per essere salvati??». Oppure M. che dà tutta la colpa ai giornalisti: «La paura indotta dai media è la vera epidemia». Per G. il contagio è veicolato dalla forza del pensiero: «La gente si ammala solo pensandoci».

E poi non poteva mancare il complottista, C.: «Difficile da capire che questo è ciò che vogliono, in questo modo hanno la possibilità di fare cassa con la vendita di mascherine e a breve del vaccino. Le solite manovrine dei big del farmaco, diffondono virus e fanno allarmismo così poi presentano le soluzioni e guadagnano. Quando si capirà questo. Mha». E ancora lui, che ne sa più degli esperti, C.: «Burioni (l’infettivologo, ndr), il buffone di corte, al vaccino stanno lavorando e sarà disponibile a breve come affermato da alcuni ricercatori».
Poi c’è D. che indaga sul destino dei felini scomparsi: «Che bello! Tutto il cibo proviene dall’Italia, ecco perché ci sono tante denunce di cani e gatti scomparsi».

Per E., invece, è tutta colpa degli involtini primavera: «Con tanti ristoranti italiani che ci sono siamo alla cucina migliore del mondo annate a magna dai cinesi ma come se fa». E come non citare l’immancabile esperto di flussi migratori, uno dei pochi ad aver avvistato un barcone pieno di cinesi, R.: «Chiudere tutto. Viatutti. Basta sbarchi». E poi c’è L. che si porta avanti con il censimento degli untori: «Quanti cinesi ci sono a Rieti?».

 
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