"Fondata nel 735, su resti di una villa rustica romana - racconta Rita Giovannelli, storica locale e vulcanica animatrice culturale reatina - dopo pochi anni già possedeva territori vastissimi coi rispettivi domini in tutta la Sabina, negli Abruzzi e perfino nelle Marche presso Fermo. I fondi pervenuti ai monaci attraverso donazioni di persone facoltose e pie ma anche di principi, furono tutelati da Carlo d’Angiò, nominato difensore dell’abbazia nella controversia con il Comune di Rieti che aveva usurpato le terre dei castelli circostanti."
Abbazia imperiale come Farfa, per secoli sede prestigiosa retta dai benedettini, san Salvatore rappresento' un punto di riferimento per le comunità sabine dell'altopiano ai confini con gli Abruzzi. Visitare oggi l'abbazia, restaurata dopo oltre vent'anni di lavori, vuol dire compiere un viaggio nella storia, nell'architettura e nelle arti di cui restano, numerose, le testimonianze stratificate nel tempo.
Ricordiamo quando a meta' degli anni '90 l'area era un enorme cantiere e nell'aria si respirava un febbrile entusiasmo creativo da parte di tutti, dalle maestranze ai tecnici, della soprintendenza agli storici che si alternavano fra le antiche mura per leggere le testimonianze che man mano riemergevano dal passato, e fuori gli scettici, coloro che scommettevano sull'insuccesso dell'impresa per gli eccessivi costi che comportava e per il successivo difficile riuso. Ora l'abbazia mostra il suo magnifico splendore ritrovato a favore delle generazioni future.
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