Emergenza cinghiali in tutta la provincia, coltivazioni devastate e terreni distrutti

Emergenza cinghiali in tutta la provincia, coltivazioni devastate e terreni distrutti
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Domenica 8 Agosto 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 05:33

RIETI - Un problema che investe ormai tutti i territori quello dei cinghiali e del loro proliferare in maniera incontrollata in ogni angolo della provincia. Proteste degli agricoltori ma anche di cittadini che ormai si ritrovano gli animali davanti la porta di casa. A Rieti, nei giorni scorsi, sono stati addirittura fotografati a spasso lungo le strada del quartiere Campoloniano. L’ultima area ad essere stata interessata è stata Poggio Mirteto, con i cinghiali che hanno devastato la zona della Macchiarella fino agli impianti sportivi di Valletonda. Raid anche a Fara in Sabina da via dei Cavalli fino alla 313 Ternana e a Valle Falsa, fino ad estendersi nelle campagne a ridosso del Polo della logistica. 

Gli ultimi raid. Le ultime segnalazioni sono giunte ieri con una autovettura letteralmente caricata da un cinghiale su via dei Cavalli e una serie di orti e giardini distrutti. Danni ingenti e in molti si sono affrettati a montare reti elettrificate intorno alle proprietà. Il sindaco di Fara, Roberta Cuneo, ha già approntato una delibera per avviare - come è stato fatto anche in altri Comuni - incontri per poter dar corso alla caccia di selezione. 

«Ci dovremo confrontare coi Comuni vicini - dice la Cuneo- trovare soluzioni condivise per fronteggiare un fenomeno che sta assumendo proporzioni preoccupanti».

L’assessore all’Ambiente con deleghe anche a caccia e pesca, Giacomo Corradini, auspica un tavolo di confronto con le associazioni del territorio subito dopo Ferragosto. «Convocherò un vertice – spiega Corradini - con le associazioni faunistico venatorie e altre associazioni e realtà operanti in loco e che a vario titolo rientrano in questa problematica. L’abbattimento selettiv, come già sperimentato altrove, può essere già una prima soluzione. Ma occorre acquisire le autorizzazioni e regolamentare ogni situazione nel rispetto delle vigenti normative in materia. Il Comune è vigile, conosce il problema e sa che soluzioni vanno trovate e decisioni vanno prese a tutela della pubblica incolumità e degli agricoltori».

I dati di Coldiretti. Al riguardo, giusto il mese scorso, Coldiretti Rieti aveva fornito numeri da brividi. «Solo noi sappiamo quanti sacrifici dobbiamo affrontare e quanto ci costa in termini economici e di lavoro questa situazione - disse Alan Risolo, presidente di Coldiretti Rieti - noi seminiamo e i cinghiali ci distruggono tutto il raccolto. Solo a Rieti parliamo di oltre due milioni di euro di danni con oltre 20 mila cinghiali presenti sul territorio».

Il summit alla Riserva dei laghi. Intanto, i rappresentanti della Riserva dei laghi Lungo e Ripasottile e quelli dell’Atc Rieti 2 si sono incontrati con per una disamina delle problematiche che riguardano la presenza dei cinghiali sul territorio e che insidiano le produzioni agricole. I rappresentanti dell’Atc, che gestisce l’attività venatoria, hanno espressa la preoccupazione per l’accresciuta presenza dei cinghiali a Poggio Bustone, Rivodutri, Colli sul Velino, Contigliano e Greccio, comunicando di aver attivato un piano per l’abbattimento selettivo che prevede un congruo numero di postazioni all’esterno dell’area protetta, sollecitando la riserva a fare altrettanto. I rappresentanti della Riserva dal commissario Guido Zappavigna al direttore Vincenzo Lodovisi hanno spiegato la loro strategia che sarà operativa fino a fine anno.

«Monitoraggio della situazione nei territori più esposti attraverso la verifica dei danni denunciati – afferma il commissario Zappavigna – l’avvistamento degli animali e la gestione delle gabbie di cattura. Il nostro approccio non ha preclusioni per alcuna misura, compresa quella degli abbattimenti, ma deve aderire per forza di cose al piano di contenimento approvato dalla Regione Lazio». «I dati in possesso e registrati su un arco temporale di cinque anni – ha spiegato il direttore Lodovisi - dimostrano che il mezzo di contenimento più efficace è di gran lunga la cattura per questo l’impegno nel futuro prossimo sarà quello di aumentare il numero di gabbie e di vigilare monitorando costantemente la situazione pronti a cambiare strategia ove si renda necessario».

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