Cim, il nuovo modello di previsioni meteo rende ancora più attraente volare al Ciuffelli

Cim, il nuovo modello di previsioni meteo rende ancora più attraente volare al Ciuffelli
di Giacomo Cavoli
6 Minuti di Lettura
Giovedì 12 Agosto 2021, 08:07

RIETI - Il volo a vela sta cambiando, profondamente, e Rieti è una delle cartine al tornasole più evidenti di questa mutazione genetica. Perché non è un caso se, già nella terza giornata di gara della Coppa Internazionale del Mediterraneo, una settimana fa, sia andato giù un altro record di velocità del Ciuffelli, come i 170,67 chilometri di media oraria fatti registrare in volo dal vicentino Davide Schiavotto nella Classe 18 Metri, cancellando i precedenti 169 chilometri orari fatti segnare, sempre a Rieti, nel 2019, da Riccardo Brigliadori. Non un risultato frutto soltanto della crescita sportiva di Schiavotto o di una meteo particolarmente fortunata, ma un’interrotta evoluzione che il volo a vela sta ormai compiendo da dieci anni a questa parte. Una progressione nella quale Rieti ha avuto, e continua ad avere, un ruolo pionieristico.

Meteo e alianti

«Il volo a vela sta cambiando…». A notarlo, analizzando i dati di giornata di giovedì scorso, è stato il direttore di gara della Cim dal 2016, Aldo Cernezzi (nella foto, a sinistra). Quel giorno, il più lento in gara nella 18 Metri ha fatto registrare una velocità di 131 chilometri orari, una media che, qualche anno fa, rese celebre l’estate reatina del principe spagnolo Alvaro de Orleans. «Quello che mi stupisce – commenta Cernezzi - è che, giovedì scorso, nella sola classe Libera (composta da alianti più performanti della 18 Metri, ndr) sono stati in cinque ad aver volato alla stessa media di Schiavotto e anche oltre. Dunque, non è stato un risultato individuale estemporaneo, ma di gruppo, che dimostra come la velocità media si stia alzando. Queste velocità, che prima erano l’exploit, ora sono diventate fattibili, nella giornata giusta e con un tema ben disegnato».

Da cosa dipende? «Un fattore molto importante è quello delle previsioni meteorologiche, che stanno diventando sempre più accurate e che abbiamo imparato ad usare al meglio». Il riferimento è al modello di calcolo affinato dal meteorologo e volovelista Ezio Sarti (in volo a Rieti da ormai 42 anni, nella foto, a destra) strumento ormai imprescindibile di chi si prepara a decollare non soltanto dal Ciuffelli. «Dieci anni fa, previsioni meteo del genere erano a livello sperimentale e potevamo soltanto sognarcele: negli ultimi cinque anni, invece, abbiamo imparato ad utilizzare la mole di dati che gli algoritmi, analizzandola, ci propongono, fosse anche solo il dato del vento dal suolo o a mille metri – spiega Cernezzi – Poi è chiaro che, se in qualità di direttore di gara assegno punti di virata in zone ideali per la meteo e per unire questi punti faccio passare i piloti lungo percorsi dove ci siano degli allineamenti di energia facili da seguire, posso alzare la media delle prestazioni. Al contrario, se volessi farli andare più lenti, non avrei difficoltà a scegliere percorsi meno vantaggiosi».

A migliorare, però, non sono soltanto i modelli di previsioni meteo ma, naturalmente, anche gli alianti stessi: «Stanno cambiando aerodinamicamente in piccoli e importanti affinamenti, che sono stati abbozzati negli ultimi dieci anni e stanno dando frutti negli ultimi tre – prosegue Cernezzi - E anche se non stiamo parlando di salti generazionali di tecnologia costruttiva come quando gli alianti passarono dal legno alla fibra di vetro e poi alla fibra di carbonio, anche qui, come nella meteo, i computer hanno una parte del merito, perché la fluidodinamica computazionale ha fatto passi da gigante e oggi viene usata molto più delle gallerie del vento per predire meglio e più velocemente il funzionamento di determinate parti aerodinamiche. In una settimana di calcoli intensivi con computer molto potenti si può fare il lavoro di tre anni di galleria del vento.

Dunque, alianti con prestazioni significativamente ma non drasticamente migliori accelerano anche le vendite, perché quando si ha dal 2 al 4 per cento di performance in più, il pilota competitivo punta all’acquisto. E a loro volta i progettisti colgono l’occasioni per ottimizzare l’aerodinamica degli alianti per le alte velocità, generando apparecchi sempre più ottimizzati per competizioni come quelle che si svolgono a Rieti».

La cassa di risonanza

Quanta cassa di risonanza producono, nel mondo del volo a vela, risultati come quelli che si stanno registrando a Rieti in questi giorni? «Nella comunità volovelistica, la risonanza di qualunque gara è legata principalmente a due dati – conclude Cernezzi – Cioè, quanti giorni sono stati volati e a quali velocità. Per le condizioni meteo, oltre ai nuovi modelli matematici di previsione, siamo fortunati, perché Rieti e più in generale l’Appennino offrono condizioni eccellenti che però bisogna anche sapere sfruttare, come ad esempio scegliere il miglior orario o le procedure di decollo. La velocità, invece, è qualcosa che la gente ricorderà per anni: i piloti ne parlano fra di loro e può dare popolarità, ma potrei anche temere che rischi di demotivare i piloti meno ambiziosi e competitivi, cioè chi partecipa soprattutto per passatempo o divertimento».

Il nuovo modello di previsione meteo

Il modello matematico di analisi dei dati meteo messo a punto da Ezio Sarti specificamente per il volo a vela, a Rieti ha avuto e ha il suo terreno più fertile. Grazie ad un software già esistente e riprogrammato da Sarti, il modello Meteowind analizza infatti ogni giorno i dati grezzi forniti dal Noaa (il National Oceanic and Atmospheric Administration), l'agenzia che monitora costantemente le condizioni meteo di tutto il mondo. Il software rielabora i dati, mettendo a disposizione soprattutto i parametri utili per il volo a vela, come la base dei cumuli, la velocità delle termiche e l’orografia del terreno, il tutto su una griglia di un km e mezzo, rispetto ai 16 o 32 km usati, ad esempio, dall'Aeronautica. Gettonatissimo già dal 2014 tra i volovelisti in gara a Rieti (e poi fondamentale per l’equipaggio italiano agli Europei di Rieti 2015), fra i quali si vocifera ancora tutt’oggi che più di qualcuno, all’epoca, nel campeggio del Ciuffelli, oltre che al briefing meteo del mattino, andasse anche in pellegrinaggio da Sarti per avere un quadro più chiaro della situazione, quasi fosse un cartomante. «Sono dieci anni che lavoro a questo modello – racconta Sarti – E grazie ai feedback che ricevo costantemente dai piloti, fra cui anche tanti campioni del mondo di volo a vela, posso apportare correzioni al modello che via via si affina, grazie al paragone tra la meteo prevista dal software e i risultati effettivamente conseguiti successivamente in volo dalle persone che lo utilizzano. Questa è la sua fortuna e quest’anno, in particolare, si sta dimostrando affidabilissimo: poi certo, a volte c’è un margine di errore inesistente e altre drammaticamente diverso, ma non dipende della meteo, bensì dalla qualità dei dati forniti dal Noaa, che a volte purtroppo sono carenti, soprattutto a causa della qualità del lavoro inficiata dal Covid».

Un modello così rivoluzionario che è stato richiesto persino dalla società Atmosoar, la quale a sua volta fornisce la meteo al governo del Malawi per il trasporto delle sacche di sangue: «Il mio modello è stato omologato per i droni che devono trasportare sacche di sangue a lunga distanza» conclude Sarti.

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