Bara tra i rifiuti a Montebuono dopo la morte nella Rsa: l'immagine più triste davanti agli occhi dei congiunti

Bara tra i rifiuti a Montebuono dopo la morte nella Rsa: l'immagine più triste davanti agli occhi dei congiunti
di Raffaella Di Claudio
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Sabato 5 Dicembre 2020, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 09:53

RIETI - Sarà ricordata come una delle immagini più tristi della pandemia nel Reatino: una bara con un cuscino di gerbere rosa e fuxia tra i sacchi neri della spazzatura. Dietro allo scudo dei protocolli antiCovid, ieri mattina, mezz’ora prima della cerimonia funebre, un feretro è stato lasciato in mezzo a cumuli di rifiuti speciali davanti agli occhi attoniti dei pochi congiunti (meno di dieci per attenersi alle disposizioni) arrivati per accompagnare la loro congiunta nella vicina chiesa per l’ultimo saluto. Davanti a loro: un’inimmaginabile camera ardente allestita al centro di una discarica. Che altro non è che il deposito della Rsa di Montebuono. La bara era quella della signora Tesolina Bernardini, deceduta a 87 anni nella residenza per anziani “Monte Buono”. 

Un caso nel caso, visto che i parenti della donna, subito dopo il decesso, hanno sporto denuncia nei confronti della struttura per negligenza (dopo giorni di rassicurazione hanno ricevuto la comunicazione della morte quattro ore più tardi del decesso) e per sapere come e quando il virus è entrato nella Rsa.

Ieri mattina a suggellare una vicenda già complessa e dolorosa è arrivata la decisione della struttura di far uscire il feretro non dall’ingresso principale, per farlo eventualmente sostare nel piazzale, ma di farlo passare da una porta secondaria che conduce a un’area dove vengono depositati i sacchi della spazzatura destinati alla racconta speciale, considerato che nella struttura sono presenti ospiti affetti da Covid.

Il racconto

«Quando siamo arrivati siamo rimasti senza parole – raccontano ancora sotto shock i familiari della signora Tesolina – La bara di nostra zia era stata “parcheggiata” in mezzo ai rifiuti e quando abbiamo provato a chiedere come avessero potuto fare una cosa simile ci hanno detto che hanno pensato di fare uscire la bara un po’ prima per ricreare una sorta di camera ardente. Di fronte al nostro sbigottimento si sono giustificati dicendo che i rifiuti erano così tanti perché, essendo speciali, non venivano ritirati dalla ditta. C’era una puzza terribile, mai avremmo immaginato l’ultimo saluto di nostra zia così. Perché non far uscire la bara subito prima del trasporto in chiesa e evitare un simile oltraggio? A quel punto abbiamo chiamato il sacerdote per far anticipare la funzione funebre, perché continuare a sostare lì era impensabile». A commento del surreale accaduto, dalla Rsa “Monte Buono” sostengono che «c’è una procedura e protocollo da rispettare per le salme» e che l’accumulo dei rifiuti è stato causato dal fatto che «la società che gestisce la raccolta si è rifiutata di raccogliere i rifiuti in quanto abbiamo ospiti positivi Covid in struttura. La stessa ha dichiarato che è di competenza dell’Asl. Noi abbiamo fatto una Pec al Comune e all’Asl per richiedere chiarimenti in merito e se di loro effettiva competenza di ritirarli». In mezzo alla burocrazia, resta quella bara con le gerbere rosa e fuxia con lo sfondo di spazzatura.

Ospiti a Rieti


Per consentire il massimo rispetto delle misure previste dai protocolli Covid, il Sisp ha disposto il trasferimento di alcuni pazienti in altre strutture Covid allestire in provincia e fuori. Cinque malati sono stati trasferiti nella Rsa Cirene di Torri in Sabina dove un piano è stato completamente dedicato a pazienti Covid. Tre sono stati trasferiti al reparto Covid dell’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti e due in altrettante strutture sanitarie romane. Gli altri ospiti resteranno nella residenza sanitaria di Montebuono dove l’emergenza Coronavirus è esplosa ad inizio settimana. Dai tamponi eseguiti all’interno della struttura sono risultati positivi 36 ospiti e alcuni operatori.

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