Politicamente la scelta sembra fatta e non da oggi: era aprile quando l’onorevole Fabio Melilli la dette per certa nel corso di un intervento pubblico. Né hanno trovato sponda a Roma le ripetute rimostranze di Enrico Zepponi, consigliere comunale reatino con delega alla sanità, preoccupato per la tenuta del servizio e non persuaso della scelta dell’Ares di scartare Villa Fiordeponti, una centrale modello specie se confrontata con quella di Viterbo, se non fosse per la «tara» della collocazione (in area alluvionale).
L’accorpamento delle centrali operative è scattato dal 1 agosto, ma solo ieri si è iniziato ad affrontare la questione sotto il profilo tecnico e logistico, nel corso di un incontro interlocutorio ma comunque focalizzato su Magliano.
«Siamo stati noi come Asl a proporre una sede che ci consentisse di mantenere in provincia la centrale operativa del 118 - dice la dg Laura Figorilli - L’incontro è stato interlocutorio, in attesa che i tecnici specifichino interventi, costi e tempi dell’adeguamento della struttura. Gli spazi ci sono, in parte facilmente utilizzabili. Si tratta di dotarli delle necessarie infrastrutture, prima fra tutti la fibra ottica e una nuova rete telefonica. In sei mesi la centrale di Magliano potrebbe essere operativa, se la scelta venisse confermata, e addirittura potrebbe fare da back up all’Ares su scala regionale e non solo per Rieti e Viterbo».
Perché Magliano e non Rieti, finendo per far perdere alla città un altro pezzo di «governance» sanitaria? «Villa Fiordeponti non è a norma, per via della collocazione sotto il piano stradale», dice la Figorilli. Ma c’è un abisso di chilometri e curve tra la centrale del 118 e gli altri organi di coordinamento delle emergenze (Prefettura, Vigili fuoco, forze dell’ordine) che ancora sono a Rieti. Finché resistono.
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