«Boia chi molla, il grido di battaglia è sempre il solito». Il sindaco di Rieti Cicchetti chiude così il comizio di Fdi. La replica: «Fascismo? Solo un invito a tenere duro»

«Boia chi molla, il grido di battaglia è sempre il solito». Il sindaco di Rieti Cicchetti chiude così il comizio di Fdi
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Sabato 7 Maggio 2022, 16:05 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 21:25

RIETI - La sua militanza politica nasce in un solco ben preciso: il Movimento sociale italiano. E prima ancora, nelle formazioni giovanili della Fiamma: il Fronte della gioventù. Per Antonio Cicchetti, sindaco di Rieti, il motto "Boia chi molla!" è universale. Per l'ex missino gli slogan e il lessico famigliare sono quelli, non ce n'è da inventarne nuovi o da camuffarli. Il motto originale, deve aver pensato nel comizio elettorale che lo ha portato alla ribalta in queste ore, è una garanzia. Garantita è la bufera che lo sta investendo. Ma cos'ha detto Cicchetti?

«Dobbiamo andare avanti al grido di battaglia, che è sempre il solito, boia chi molla». Con queste parole il sindaco uscente di Rieti, Antonio Cicchetti (Forza Italia), ha concluso il suo intervento alla presentazione della lista dei candidati di Fratelli d'Italia alle prossime amministrative del 12 giugno, presso la sala dei Cordari.

Il primo cittadino è finito nella bufera. Le sue parole hanno scatenato reazioni, soprattutto a sinistra. Usare un motto palesemente fascista, in campagna elettorale, è stato giudicato offensivo e gravissimo. 

Video

Le parole sono state registrate in un video che sta circolando in queste ore sui social. Cicchetti, sindaco di Rieti al suo terzo mandato, l'ultimo dei quali non consecutivo, ha lasciato il posto al suo vice, Daniele Sinibaldi (FdI), attuale candidato sindaco per il centrodestra a Rieti. 

 

La replica di Cicchetti

Cicchetti spiega la sua infelice uscita, rivendica il suo essere politicamente scorretto: «Sì, lo sono, e guardi potevo pure ricandidarmi per la quarta volta e non lo faccio...». «Ripeto - scandisce - il mio era solo un invito a non mollare in campagna elettorale, un insegnamento ai giovani, a non sentirsi sicuri della vittoria, a non trascurare la campagna elettorale, nulla più». E conclude: «Ma quale fascismo, io non sono neanche di fratelli d'Italia, io sono di Forza Italia... Sono nato nel 1952». «Ma quale fascismo - insiste interpellato dall'AdnKronos - io citando il motto "Boia chi molla", mi riferisco ai giovani di Reggio Calabria, ai ragazzi che resistettero nel 1970, io sono nato nel 1952, non c'entro nulla con il fascismo».

Le reazioni

Reazioni indignatissime dagli esponenti della sinistra che vedono nelle parole di Cicchetti un rigurgito fascista molto grave. Vergognoso, secondo Bruno Astorre, senatore e segretario regionale del Pd. «Sconcertante ascoltare ancora queste frasi nel 2022, frasi che non fanno onore nè alla città di Rieti nè ai suoi cittadini. Cicchetti, che evidentemente ritiene utile esibire un bagaglio culturale ormai fatiscente e ampiamente condannato dalla storia, dopo aver lasciato le istituzioni pubbliche potrebbe provare con un carriera nell'avanspettacolo. Se continuiamo così verrà Putin a denazificarci.» Lo afferma il deputato dem Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera. «È offensivo per la Costituzione», dichiara l'Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio
D'Amato
che ricorda che solo pochi giorni fa a Rieti si è celebrato il 25 aprile e «l'eroica resistenza condotta dal popolo sabino sul Monte Tancia».

«Una caduta di stile o forse di ignoranza del sindaco uscente, Antonio Cicchetti. Ci si domanda perché una città moderna e importante come Rieti debba essere rappresentata da certi rottami del neofascismo degni più di uno sketch comico che di una istituzione pubblica», ha detto il vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Roberto Morassut.

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