Morì dopo un'operazione al setto nasale
anestesista indagata per omicidio colposo
Alessandra Rauco di Leonessa aveva 35 anni

Morì dopo un'operazione al setto nasale anestesista indagata per omicidio colposo Alessandra Rauco di Leonessa aveva 35 anni
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Sabato 20 Settembre 2014, 13:29 - Ultimo aggiornamento: 20:52
LEONESSA - Entr in ospedale per un intervento chirurgico al setto nasale, fratturato in seguito a una caduta dal motorino. Un’operazione di routine dalla quale avrebbe dovuto riprendersi nel giro di qualche ora. Morì invece dopo venti giorni di coma, in un letto del reparto di terapia intensiva del Policlinico Casilino Nuovo e, da subito, i genitori di Alessandra Rauco (nella foto), 35 anni di Leonessa, si convinsero che l’arresto cardiocircolatorio successivo l’intervento, cui è seguito il coma, fosse stato causato da qualche errore commesso dai sanitari in sala operatoria.



Ora, a distanza di quasi cinque anni, la magistratura ha imputato del reato di omicidio colposo l’anestesista romana Vincenza Spagnoli. Già comparsa davanti al pubblico ministero Gianluca Mazzei e al giudice della VII sezione penale del tribunale di piazzale Clodio, è accusata di imperizia e negligenza nello svolgimento delle sue mansioni. La vicenda ha inizio nel dicembre del 2009, quando Alessandra Rauco rimane coinvolta in un incidente stradale senza gravi conseguenze.



La ragazza, cade dal suo motorino e quando si rialza si reca al pronto soccorso più vicino. Avverte dolore al setto nasale, tanto che i sanitari decidono di intervenire per ridurre la frattura del naso. A inizio dicembre entra in sala operatoria. Ma quando la Spagnoli le somministra l’anestesia, la giovane sprofonda in un sonno dal quale non si sveglierà più. Morirà il 31 dicembre.



Durante l’operazione, gli apparecchi segnalano che qualcosa sta andando storto, ma l’imputata non dimostra la necessaria reattività nell’intervenire. L’ossigeno che arriva al cervello di Alessandra è troppo poco e nel giro di qualche minuto entra in uno stato di ipossia cerebrale.



Un calvario che, al termine di tre settimane di coma, la porterà al decesso per insufficienza cardiorespiratoria.

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