La sparatoria
Nacque un conflitto a fuoco, durante il quale due militari dell'Arma, Alessandro Iagnemma (in modo grave) e Antonio Mancini rimasero feriti, e anche il brigadiere forestale rimase colpito di striscio da uno dei proiettili esplosi da Giancarlo Esposti, poi ucciso nel corso della sparatoria. Quell'operazione valse a Remo De Angelis la promozione al grado superiore di maresciallo, insieme alla guardia scelta Ettore De Villa che era con lui quella mattina, ma anche una serie di minacce ricevute per anni da parte di militanti di destra, compreso un attentato destinato a farlo saltare in aria a Contigliano e fallito grazie alle intercettazioni telefoniche che erano state disposte dalla procura nell'ambito dell'inchiesta sulla sparatoria. Orgoglioso del fatto che una delle figlie, Paola, avesse scelto la carriera militare nei carabinieri (è un maggiore che presta servizio in Sardegna), mentre l'altra, Catia, presta servizio alla Corte dei Conti, ricordava la vicenda di Rascino come quella che più l'aveva segnato nella vita.
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