Le star italiane di youtube avvertono: «Vietato vivere costantemente collegati»

Le star italiane di youtube avvertono: «Vietato vivere costantemente collegati»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 19 Luglio 2017, 19:13 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 18:14
Città del Vaticano - Fenomeno youtubers: un miliardo di persone ogni giorno si collega alla piattaforma web e attraverso lo schermo, dialogano, orientano scelte e consumi, stabilendo nuove forme di relazione, fino a costruire una quasi realtà virtuale. Ma attenzione, avverte Lorenzo Ostuni, in arte Favij, il più seguito e famoso tra gli youtuber italiani: «Vietato vivere costantemente collegati». Per farla breve, non fa bene stare troppo sul web. «Condividere è giusto, è tecnologico, è nuovo, è il futuro ma non bisogna dimenticare i valori di base: una giornata all’aria aperta senza il telefonino ogni tanto ci vuole. E’ salutare».

Sembra un consiglio quasi banale, eppure il crescente bisogno di essere perennemente on-line, avvertito dai ragazzi, spesso viene messo in disparte, quasi ignorato. E così si apre il sentiero della dipendenza. «Tutto il mondo adulto ha la responsabilità di leggere e capire questa nuova realtà abitata dai ragazzi», avvertono la pedagogista dell’Università del Laterano, Chiara Palazzini e Laura Gialli, giornalista. In un libro (Fenomeno Youtubers, edizioni San Paolo, 222 pag. 16 euro) hanno tracciato una mappa per comprendere i contorni educativi di questa piattaforma e per orientarsi al meglio – tra virtuale e reale – attraverso la voce degli esperti e quella degli youtubers più amati.

La scommessa nata con youtube è di creare valore facendo leva sui talenti individuali, una risorsa sempre disponibile e rinnovabile, a qualunque latitudine e in qualunque situazione di mercato. Ma, come accade sovente, il lato della medaglia è l’eccesso, con tutti i suoi rischi e le patologie ad esso legate. «I social oggi ci permettono di mantenerci in contatto tra noi ogni secondo e ogni giorno, però non bisogna strafare» aggiunge Favij, iscritto a Youtube dal dicembre del 2012, praticamente un veterano. La domanda che spesso affiora tra le pagine del libro è quanta solitudine si misura nei social. Difficile risposta se non si tiene conto che «le dimensioni web non possono rimanere le uniche modalità comunicative o razionali delle persone che le usano, che vivono questi luoghi virtuali. C’è bisogno di un buon equilibrio». In fondo perché nessuno può vivere solo, rinchiuso in se stesso. «Abbiamo bisogno di essere amati e di amare. Abbiamo bisogno di tenerezza».  
 
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