Vatileaks 2, ci sono nuovi indagati. Chaouqui si difende, Vallejo Balda tace

Vatileaks 2, ci sono nuovi indagati. Chaouqui si difende, Vallejo Balda tace
di Cristiana Mangani
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Sabato 21 Novembre 2015, 01:17 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 15:22

Ormai i corvi arrivano a stormi. Uno dopo l'altro, mimetizzati in ruoli strategici, sono costretti a uscire allo scoperto, perché questa volta a finire sotto accusa non sarà solo Paolo Gabriele, l'ex maggiordomo, unico arrestato di Vatileaks 1.

Il nuovo scandalo che sta affliggendo la Chiesa sembra essere solo all'inizio. Resta agli arresti monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, mentre l'ex consulente Francesca Immacolata Chaouqui, è stata nuovamente interrogata e ha continuato a parlare, fornendo agli inquirenti vaticani indicazioni che possano tenerla lontana da una cella. Giovedì scorso, infatti, la signora è stata raggiunta da un provvedimento restrittivo, ma le sarebbe stato evitato il trauma dell'arresto perché sarebbe incinta di tre mesi. L'avvocato Giulia Bongiorno che l'assiste, ha chiarito che non si tratta di una collaborazione giudiziaria in senso classico, perché non c'è ancora una vera incolpazione. E ha fatto capire che molte altre persone potrebbero essere coinvolte.

IL PRECEDENTE

Proprio come era successo con l'ex maggiordomo papale Paolo Gabriele: lui è finito in manette, e di seguito era stati espulsi dal Vaticano quella che era la governante Ingrid Stampa, e il segretario Josef Clemens, e chissà quanti altri.

Naturalmente, all'epoca, giustificarono la loro condotta dicendo che avevano un unico obiettivo ed era quello di aiutare il Papa. Così anche ieri, dopo che il suo nome è stato associato a quello di un “corvo” disposto a cedere segreti della Santa Sede per vendetta o interessi economici, Chaouqui non ha resistito alla tentazione di pubblicare sui social la sua versione dei fatti: «Non sono un corvo, non ho tradito il Papa - ha scritto - Non ho mai dato un foglio a nessuno. Mai a nessuno. Emergerà presto, ho la certezza e la totale fiducia negli inquirenti. Non c'è niente che abbia amato e difeso più della Chiesa e del Papa. Neanche la mia dignità». Poi ha cambiato l'immagine del profilo Facebook con una in cui stringe la mano a Bergoglio. Lo stesso Bergoglio che davanti alle pressioni di chi chiedeva di evitare un nuovo scandalo, avrebbe tagliato corto: «Procedete con gli arresti».

Gli investigatori della Gendarmeria vaticana stanno seguendo alla lettera le indicazioni del Pontefice. Nei prossimi giorni invieranno gli atti per rogatoria alla procura italiana per chiedere di valutare se esistano gli estremi per indagare i due giornalisti per ricettazione. Mentre, nel frattempo, altre persone sono state iscritte sul registro degli indagati, dopo che sono stati analizzati il computer e il cellulare sequestrati a monsignor Vallejo Balda. Troppe violazioni di computer sono avvenute negli ultimi mesi, troppe indiscrezioni e falsità sono trapelate. E in Vaticano ricordano ancora quando uno degli addetti ad alcune attività informatiche era il marito di Francesca Chaouqui, esperto del settore. Erano gli anni di Vatileaks 1, e subito dopo lo scandalo a Corrado Lanino non venne rinnovato il contratto di consulenza.

LA BANCA VATICANA

Quello che, però, sembra agitare e parecchio gli animi dietro le mura di San Pietro sono i documenti che potrebbero essere stati realmente sottratti da questi presunti “corvi”. Perché la sensazione è che non si tratti soltanto di quanto è gia stato pubblicato nei due libri di prossima uscita, firmati dai giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi. Ma di molto altro, anche di carte riservate dello Ior, la banca vaticana, la cui gestione è finita da tempo all'attenzione di Bergoglio. Scrive Emiliano Fittipaldi (L'Espresso) nel suo libro: «Sono ancora 120 i conti sospetti. Una decina intestati a nomi eccellenti che potrebbero creare più di un disagio a Santa Romana Chiesa».

E un «nuovo fronte» legato alle finanze della Santa Sede troverebbe spunto in un rapporto di «investigatori del Vaticano» relativo ad «eventuale riciclaggio di denaro, insider trading e manipolazione del mercato» in cui sarebbe stata utilizzata l'Apsa, l'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica che gestisce finanze e immobili d'Oltretevere.