Il Vaticano mette ordine, ecco le regole per i nuovi movimenti

Il Vaticano mette ordine, ecco le regole per i nuovi movimenti
di Franca Giansoldati
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Martedì 14 Giugno 2016, 13:30 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 00:34
CITTA' DEL VATICANO - Il Vaticano scende in campo per mettere un po' d'ordine. Troppo spesso la nascita di nuovi movimenti è frutto di confusioni e tensioni. Regole poco chiare, principi interpretati male, lentezza nell'offrire chiarimenti da parte della curia. Così la Congregazione della Dottrina della Fede ha pubblicato un nuovo documento che si propone di fare luce una volta per tutte sulla “collocazione teologica ed ecclesiologica di tante nuove aggregazioni ecclesiali a partire dalla relazione tra doni gerarchici e doni carismatici, cosi' da favorire l'individuazione concreta delle modalita' piu' adeguate per il riconoscimento ecclesiale di questi ultimi".

La nuova Lettera si chiama "Iuvenescit Ecclesia" ed è indirizzata ai vescovi di tutto il mondo. Naturalmente il Codice di Diritto Canonico prevede diverse forme giuridiche di riconoscimento per le “nuove realtà ecclesiali che si riferiscono a doni carismatici", tuttavia, si raccomanda il cardinale Mueller, è bene fare qualche precisazione. Nel documento si afferma che "tali forme dovranno essere considerate attentamente, evitando fattispecie che non tengano in adeguata considerazione sia i principi fondamentali del diritto che la natura e le peculiarità delle diverse realtà carismatiche". Il testo si sofferma molto sulle questioni teologiche, e non tanto su quelle pastorali o pratiche, che derivano dal rapporto tra istituzione ecclesiale e nuove aggregazioni, insistendo sull’armonica connessione dei due soggetti. In pratica la Congregazione della Fede si raccomanda di non contrapporre mai la Chiesa istituzionale e la Chiesa della carità. Ambedue le dimensioni “concorrono insieme” ad evangelizzare il mondo.

Cosa devono avere i nuovi movimenti per essere ufficialmente riconosciuti dal Vaticano?" Essere strumento di santità nella Chiesa; impegnarsi nella diffusione missionaria del Vangelo; confessare pienamente la fede cattolica; testimoniare una comunione fattiva con tutta la Chiesa, accogliendo con leale disponibilità i suoi insegnamenti dottrinali e pastorali; riconoscere e stimare le altre componenti carismatiche nella Chiesa; accettare con umiltà i momenti di prova nel discernimento; avere frutti spirituali come carità, gioia, pace, umanità; guardare alla dimensione sociale dell’evangelizzazione, consapevoli del fatto che “la preoccupazione per lo sviluppo integrale dei più abbandonati dalla società non può mancare in un’autentica realtà ecclesiale”.


 
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