Vaticano, Moneyval avverte: servono controlli interni allo Ior

Vaticano, Moneyval avverte: servono controlli interni allo Ior
di Franca Giansoldati
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Giovedì 12 Dicembre 2013, 17:58 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 14:52

Stavolta non c' stato nessun nuovo rating, solo una lista di azioni caldamente “raccomandate”. L'annus horribilis per le finanze vaticane e per lo Ior termina con la seconda relazione di Moneyval. Ancora una volta a luci e ombre. Il comitato del Consiglio d'Europa sul contrasto al riciclaggio di capitali e al terrorismo finanziario, dopo una serie di ispezioni avvenute tra ottobre e novembre, ha pubblicato una corposa analisi mettendo in luce il cammino che ha fatto finora il Vaticano sulla via della trasparenza. L'obiettivo resta la white list ma il cammino da fare pare ancora lungo. Se da una parte Strasburgo ha apprezzato gli sforzi fatti finora sul fronte normativo con l'introduzione del Motu Proprio di agosto e il decreto successivo di rafforzamento dell'Aif, l'authority di controllo introdotta da Benedetto XVI, depotenziata dal cardinale Bertone e poi ripristinata nelle sue funzioni da Papa Francesco, dall'altra è stato messo in luce l'assenza di adeguati controlli sistematici interni.

“E' piuttosto sorprendente” che l'Aif non abbia ancora potuto compiere normali ispezioni allo Ior e all'Apsa, le due casseforti del Vaticano. Una prerogativa che finora gli è stata interdetta. Entro la fine del 2014 però la funzione di supervisore (ritenuta essenziale per l'equilibrio del sistema finanziario) dovrà essere ripristinata. Al momento il Vaticano si è affidato ad una società esterna, l'americana Promontory (pagata per questo cifre astronomiche) che sta verificando e analizzando i conti correnti dello Ior. Moneyval raccomanda di quanto sia importante che le prossime ispezioni interne ”includano test a campione di conti di clienti per testarne il rischio”.La relazione di Moneyval si conclude senza dare alcun nuovo "rating" al Vaticano, ma una lunga lista di "azioni raccomandate". La promozione è per nove raccomandazioni "core" e "key" su 16. Tra queste c'è il consolidamento non solo dell'Aif ma anche della Gendarmeria. Inoltre si auspica che le sanzioni vengano comminate anche a "direttori e senior manager delle istituzioni finanziarie" e la pubblicazione delle stesse sanzioni.

Le "autorità di supervisione" in pratica dovrebbero avere il "diritto legale di entrare nei locali dell'istituzione sotto supervisione, il diritto di domandare i libri contabili e i conti e altre informazioni e il diritto di fare e tenere copia dei documenti", oltre alla necessità di maggior personale qualificato. Inoltre, "la legislazione deve sviluppare la possibilità per l'Aif e per la Gendarmeria di avere accesso alla informazione sull'amministrazione e il management di una particolare organizzazione non governativa" che agisce in Vaticano, "comprese le informazioni finanziarie e programmatiche" e, quanto al denaro in entrata e uscita dallo Stato della Città del Vaticano, "va rivista l'attuale disposizione legale per aumentare l'efficacia dell'attività della Gendarmeria nel blocco di valuta sospetta".

Infine capitolo dirigenti. I direttori e il senior management dello Ior e dell'Apsa devono essere specificamente valutati ed 'autorizzati' sulla base di criteri di 'competenza ed onorabilità' (fit and proper), compresi quelli dell'esperienza e dell'integrità". La storia dei rapporti di Moneyval è iniziata nel novembre 2011 a seguito della prima indagine da parte di 11 commissari arrivati in Vaticano da Strasburgo, i quali si congratularono con il Papa per il cammino intrapreso, annunciando che il prossimo report sarebbe stato fatto a luglio 2012 per misurare gli ulteriori passi avanti sulla via della trasparenza. Peccato che tra il dicembre 2011 e il gennaio 2012 in Segreteria di Stato vennero ritoccati gli articolo più importanti della legge che riguardava il ruolo dell'Aif, ridimensionando l'authority drasticamente. Sempre nelle settimane successive alcune banche comunicarono la chiusurda di conti dello Ior perché non erano stati ancora ottemperati gli impegni di trasparenza concordati. Nel secondo pre-report, dell'aprile 2012, Moneyval denunciava i passi indietro del Vaticano. Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, veniva ingiustamente cacciato dal board laico dello Ior che rispondeva al cardinale Bertone, così come veniva allontantato il direttore dell'Aif e il vice direttore dell'Aif. Il 4 luglio Moneyval riscriveva un altro report sostanzialmente negativo. I traguardi che l'organismo di Strasburgo oggi ha rilevato in pratica sono gli stessi che erano stati evidenziati nel 2011, prima che fosse ribaltata la legge interna, quella originale. Insomma, un passo avanti, due indietro, un passo avanti. La trasparenza forse non tutti l'hanno cercata allo stesso modo. E Papa Francesco lo sa bene.

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