«Davanti allo sportello di un ufficio pubblico disorganizzato o nell’astanteria di un pronto soccorso soffocato dalle barelle o, ancora, tra la folla dei giovani che escono dai test di ammissione all’università, l’Italia di oggi non appare diversa da quella di tre, cinque o sette anni fa. Come se certe attese fossero andate deluse, certe promesse non mantenute, certe paure non fugate. In questi luoghi è possibile riconnettersi con la società e la sua voglia di cambiamento e vedere tutti interi, oltre i freddi indicatori macroeconomici, il ritardo e le aspettative tradite».
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