Cinque giorni fa un ufficiale giudiziario accompagnato dalla forza pubblica è arrivato per mettere i sigilli all'intero immobile e rendere esecutivo uno sfratto annunciato. I dipendenti che in quel momento presenti, ha raccontato l'avvocato Giovanni Merla, hanno collaborato con le forze dell'ordine a chiudere l'attività e sbarrare ogni ingresso. L'intervento della forza pubblica è il risultato di un braccio di ferro che andava avanti da un decennio tra i Cavalieri del Santo Sepolcro e una società romana che gestisce anche altri alberghi e fa capo alla famiglia Cau. Tutto questo però si è tradotto nella perdita di lavoro di coloro che vi lavoravano da anni. Secondo l'avvocato una decina, secondo le indiscrezioni raccolte una quarantina.
Il legale spiega che l'Ordine equestre del Santo Sepolcro – un ordine cavalleresco fondato da Goffredo di Buglione e collegato con la Santa Sede – non ha voluto rinnovare un contratto di locazione scaduto nel 2006 come chiedeva la società che gestiva il Columbus. I cavalieri (che sono posti sotto la guida spirituale del cardinale americano O'Brien) in futuro lo affitteranno nuovamente ma prima devono realizzare lavori importanti di consolidamento strutturale. Nel frattempo la location fa gola a tanti investitori e sono già pervenute diverse offerte ai cavalieri. «Il procedimento esecutivo di sfratto risale al 2016 ma la società ha continuato ad occupare i locali senza pagare. Che ci fosse questo sfratto esecutivo tutti ne erano a conoscenza in Vaticano».
La Sovintendenza negli anni passati avrebbe anche chiesto di restaurare gli affreschi del XV e XVI secolo, visto che si tratta di un immobile vincolato. I proventi del canone di locazione dell'hotel Columbus («una cifra modesta» secondo l'avvocato Merla) sono sempre serviti a sostenere le attività della Chiesa in Terra Santa. «L'ordine equestre del Santo Sepolcro non è un ordine guerriero ma ha esclusivamente finalità di apostolato e carità» ha specificato il legale.
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