Antiriciclaggio, il Vaticano cerca un accordo con Bankitalia: «In calo transazioni sospette»

Antiriciclaggio, il Vaticano cerca un accordo con Bankitalia: «In calo transazioni sospette»
di Franca Giansoldati
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Venerdì 29 Maggio 2015, 12:37 - Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 10:46
Città del Vaticano - Il Vaticano spera di siglare presto un accordo con la Banca d'Italia sulla base di “dialogo e di reciproca fiducia”. Cooperazione e scambio di informazioni finora con Palazzo Koch erano state intermittenti e spesso, in passato, oggetto di lamentele da parte dei vertici della Banca d'Italia.



Tommaso di Ruzza, direttore dell'Aif, l'authority finanziaria istituita da Benedetto XVI e potenziata da Francesco per arrivare ad un sistema finanziario trasparente e in linea con le direttive internazionali, rassicura che al di là del Tevere si sta lavorando proprio in questa direzione. 
La Banca d’Italia nel 2010 indico’ alle banche italiane di 
considerare lo Ior come un istituto a regime antiriciclaggio non 
equivalente e da allora non ha mai modificato questa posizione. L'occasione per tornare sull'argomento è stata la pubblicazione del Rapporto annuale sul monitoraggio finanziario.



Il sistema di reporting, hanno fatto sapere i vertici vaticani, è stato consolidato dopo aver ricevuto 6 segnalazioni di transazioni sospette nel 2012, 202 nel 2013 e 147 nel 2014. Ad oggi sono 7 le denunce fatte arrivare sul tavolo del Promotore di Giustizia vaticano per ulteriori indagini da parte sono cresciuti da 4 del 2012, a 81 nel 2013 e a 113 nel 2014.
«Questo continuo incremento è un risultato del sistematico sforzo intrapreso dall’AIF a cooperare attivamente con le altre giurisdizioni per prevenire e contrastare potenziali attività finanziarie illecite su scala globale», ha spiegato Di Ruzza, Direttore dell’AIF.



A partire dal 2012, il numero di dichiarazioni di trasporto transfrontaliero in uscita di denaro contante di importo superiore a 10.000 euro è diminuito costantemente da 1.782 (2012) a 1.557 (2013) e a 1.111 nel 2014. Allo stesso modo, le dichiarazioni di trasporto transfrontaliero in entrata si sono ridotte da 598 (2012) a 550 (2013) a 429 nel 2014. Questo fenomeno è dovuto ad un controllo più intenso da parte delle autorità competenti.



Nel 2014, l’AIF ha sottoscritto Protocolli d’intesa con Argentina, Australia, Cipro, Francia, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Monaco, Perù, Polonia, Regno Unito, Romania, San Marino, Svizzera.
Nell’anno precedente, l’AIF aveva sottoscritto Protocolli d’intesa con Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna e Stati Uniti d’America. L’AIF è un membro del Gruppo Egmont dal 2013.
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