Il Vaticano lancia l'allarme sulla compravendita di schiavi sul deep Web

Il Vaticano lancia l'allarme sulla compravendita di schiavi sul deep Web
di Franca Giansoldati
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Lunedì 6 Novembre 2017, 16:34 - Ultimo aggiornamento: 7 Novembre, 08:55
Città del Vaticano – Il Vaticano denuncia la compravendita di schiavi sul web. Giovani donne vendute per alimentare i bordelli nel sud est asiatico, traffico di organi, lavoro minorile forzato. Per tanti traffici illeciti il canale privilegiato è ormai il cosiddetto deep web la parte della rete  «sommersa» in cui vengono svolte tantissime attività illegali, tra cui il business di esseri umani o di organi. Il Vaticano ha organizzato un convegno per raccogliere dati e riflettere su quella che sta diventando una attività sempre meno controllabile. Per questo chiede di creare degli specifici database al fine di controllare  transazioni sospette e quindi individuarle con l’aiuto di  banche e istituzioni finanziarie. Tutto per salvare le vittime della tratta. I nuovi schiavi. Il fenomeno crescente è stato al centro di un convegno sull’assistenza alle vittime («Assisting Victims in Human Trafficking - Best Practice in Resettlement, Legal Aid and  Compensation») che si e’ tenuto in in questi giorni. I risultati del workshop sono stati illustrati da monsignor Marcelo Sanchez Sorondo,  Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, da Margaret S. Archer, presidente della Pontificia Accademia delle  Scienze Sociali; Jami Solli, fondatrice della Global Alliance for Legal Aid e Rani Hong,  presidente della Tronie Foundation, rapita a sette anni e  schiavizzata in uno stato indiano.

«La tratta e’ un crimine contro  l’umanita’, che porta a lavoro forzato, prostituzione e  traffico di organi. Quest’anno - ha spiegato Sorondo - ci  siamo concentrati sui programmi di reinserimento, tra l’altro con un modello elaborato in Messico che integra l’aiuto  spirituale, psicologico, umano, medico». Nell’analisi del fenomeno «vogliamo studiare in modo approfondito le minacce che  derivano da Internet, una delle ’strade’ principali dove oggi  si adescano i bambini: sia per la prostituzione che per il  traffico di organi o per il lavoro forzato». Gli esperti che si sono riuniti in Vaticano non hanno fornito numeri, ma nessuno nasconde che la realtà della compravendita di esseri umani è più diffusa di quanto non si creda. «Bisogna ascoltare le vittime», ha detto Rani Hong che, parlando della sua terribile  esperienza (rapita a sette anni e schiavizzata in uno stato  indiano), ha sottolineato che ha «dovuto imparare a essere di  nuovo un essere umano. Ho un nome, una faccia,  una storia, non sono un numero: bisogna ascoltare le storie  concrete, e dobbiamo sperare che si possa cambiare, si’, io  dico che e’ possibile cambiare».

In Canada stato elaborato un modello in grado di controllare le transazioni sospette dietro al traffico di esseri umani, grazie all’impegno di banche e istituzioni finanziarie, che prevede tra l’altro la creazione di specifici database.
 
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