Vaticano, successione al Vicario del Papa, flop delle primarie

Vaticano, successione al Vicario del Papa, flop delle primarie
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 12 Aprile 2017, 10:58 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 20:15
CITTÀ DEL VATICANO  - Flop. Le primarie volute da Papa Francesco per la successione del Cardinale Vicario si chiudono con una grande sorpresa. Sono in pochissimi ad avere espresso un giudizio, fatto un nome, manifestato riflessioni utili per fare il punto della situazione diocesana. Il termine era stato fissato per il 12 aprile. Laici e sacerdoti hanno avuto diverse settimane per scrivere, riflettere e depositare in un ufficio appositamente attrezzato in Vicariato le proprie considerazioni, offrendo indicazioni anche sul nome del vescovo più adatto a prendere in mano il timone e portare al largo la Chiesa romana in sostituzione del cardinale Vallini, la cui pensione è ormai imminente. Tolta qualche lettera sigillata arrivata direttamente a Santa Marta, il grosso delle consultazioni è stato depositato in Vicariato. A dispetto della base, lo zoccolo duro, sul quale poggia la diocesi, non si contano che alcune decine di lettere. Trenta o quaranta, non di più.

L'APPELLO
Una esiguità considerando che l'appello era stato fatto da Papa Francesco in persona, e considerando il numero complessivo dei sacerdoti, dei religiosi, delle suore presenti sul territorio, degli intellettuali cattolici, dei diaconi, dei fedeli che fanno parte integrante di movimenti e dell'associazionismo. «Eppure pochissimi hanno sentito il bisogno di partecipare a questo sondaggio» dicono in Vicariato. Lo stesso cardinale Vallini, tre settimane fa, anticipava la debacle ai vescovi presenti al consiglio permanente della Cei. «Saranno quattro o cinque le lettere finora arrivate. Aspettiamo. Di tempo ne abbiamo ancora un po'». Il tempo però non deve essere stato un fattore sufficiente per incentivare i suggerimenti e i consigli, anche se a richiederlo era stato Bergoglio. Ne aveva parlato a metà marzo, convocando i 36 parroci prefetti della capitale.

CONSULTAZIONE ALLARGATA
A loro aveva chiesto di indicare per iscritto problemi ed esigenze diocesane e l'identikit del nuovo vescovo, poi aveva aggiunto che chiunque poteva prendervi parte, che la consultazione era allargata anche ai laici, alle suore, insomma a tutti i cattolici. In Vaticano l'iniziativa era stata presentata come una prassi usuale per la Chiesa. Forse all'estero lo sarà pure, ma di sicuro non a Roma. A tutti era sembrata un chiaro tentativo del Pontefice per avvicinare la base alle istituzioni, aiutare a ricostruire i fili del dialogo con le componenti cattoliche. È da tempo che a Roma ci sono parroci che manifestano insofferenza e disagio. Ora si tratta di aspettare il nuovo Vicario che ci sarà - avrebbe assicurato Francesco ad un gruppetto di seminaristi - prima del 29 giugno, festa di San Pietro e Paolo. Intanto, al di là delle primarie, la macchina della campagna elettorale, pare attivissima. I nomi che hanno preso a girare sono Lojudice, vescovo ausiliare per il settore Sud, Moretti attuale vescovo di Salerno (più candidato di sistema che non della base), Paglia (ma pare che abbia poche possibilità) Ruzza, vescovo ausiliare per la zona del centro. Con ogni probabilità il futuro cardinale vicario sarà una sorpresa, una nomina che esce dal cilindro.