Terzo Settore, nasce il master per diventare bravi manager di fundraising

Terzo Settore, nasce il master per diventare bravi manager di fundraising
di Franca Giansoldati
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Martedì 29 Agosto 2017, 16:03 - Ultimo aggiornamento: 30 Agosto, 17:53
Città del Vaticano - Un tempo bastava avere un po’ di buona volontà, organizzare qualche riffa in occasione delle feste di Natale e una raccolta fondi promossa dai volontari più attivi. Le cose però nel frattempo si sono complicate e hanno imposto cambiamenti persino al Terzo Settore, soprattutto in vista della riforma che investirà l’intero comparto imponendo trasparenza, progettualità, regole e la capacità di mantenere stabili relazioni con i vari finanziatori. In pratica per fare un efficace fundraising bisognerà avere dei manager preparati. 

In questa ottica è nato il primo corso dedicato ai principi e alle tecniche di raccolta fondi per gli enti ecclesiastici e religiosi, di qualsiasi confessione, la prima esperienza del genere nel settore delle organizzazioni a cosiddetto movente ideale. Fondazioni, enti cattolici, ong.

«Ciò che la proposta formativa desidera approfondire è una dimensione della raccolta fondi da destinare alle attività umanitarie concepita non solo come insieme di metodi di raccolta ma come modalità di comunicazione, di servizio e di presenza dialogante con la collettività - spiegano gli organizzatori dell'università degli Avventisti, Villa Aurora di Firenze - Il fundraising aggiunge sempre un valore, quello della relazione. Al centro, non c’è solo la donazione, qualunque sia la sua natura, ma le persone: il donatore ed il beneficiario».

L’obiettivo del master è di formare dei manager in grado di applicare le leve della comunicazione del fundrasing e del management. Il Terzo Settore coinvolge più di 300 mila organizzatori e più di 6 milioni di volontari. La riforma prevede una definizione giuridica, il sostegno fiscale e lo sviluppo di progetti innovativi, compreso i social bonus e il lancio dei titoli di solidarietà, uno strumento di finanziamento ad impatto sociale che è già attivo in molti Paesi nord europei.
 
 
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