La bozza del testo verrà presentata nelle prossime settimane. Attualmente i cappellani militari sono 158. La spesa incide in base allo stipendio percepito dai cappellani, a seconda degli scatti di anzianità e del grado raggiunto (tenente, tenente colonnello, colonnello) fino ad arrivare al vertice, l’Ordinario Militare che è parificato ad un generale di corpo d’armata.
Il costo complessivo dei cappellani include gli stipendi, gli uffici centrali e le pensioni. In passato ci sono state diverse interrogazioni parlamentari per evidenziare che in tempi di crisi il settore dei cappellani avrebbe dovuto essere ritoccato. Qualche timido intervento è stato fatto ma senza mai arrivare mai ad una vera e propria spending review. Uno dei capitoli più complicati riguarda le pensioni. In passato l’Inpdap, ha ammesso che non riesce a fornire cifre precise sulle pensioni ai cappellani, perché sono intergrati nell’esercito e di conseguenza rientrano nel computo generale.
Non solo, i cappellani ricevono stipendi e pensioni dallo Stato e possono anche maturare la pensione con anticipo. Alcuni parlamentari in diverse interrogazoni hanno evidenziato che i costi dei cappellani dovrebbero essere a carico della Cei, tramite l’8 per mille. Finora tutti i governi che si sono succeduti hanno fatto orecchie da mercante. Il cardinale Angelo Bagnasco, che in passato (prima di diventare presidente della Cei) è stato ex ordinario militare, ha precisato con una nota che la sua pensione ammonta a 650 euro lordi. "Desta sorpresa e rammarico la ripetuta diffusione di dati non veri" ha fatto sapere l'arcivescovo smentendo tutti i dati finora circolati a tal proposito.
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