Roma, visita Papa chiesa di Ognissanti: Paolo VI vi celebrò prima messa italiano

Roma, visita Papa chiesa di Ognissanti: Paolo VI vi celebrò prima messa italiano
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Sabato 7 Marzo 2015, 18:07 - Ultimo aggiornamento: 19:40
Centinaia di persone aspettano l'arrivo di Papa Francesco all'interno dell'oratorio della chiesa di Ognissanti, in via Appia Nuova. Musiche e canti, intrattengono i fedeli, tra i quali molti bambini, in attesa dell'arrivo del Santo Padre, previsto per le 17 e 45. Due giovani sacerdoti orionini, dall'alto di un palco sistemato a lato del maxi-schermo dal quale sarà possibile seguire l'evento, stanno animando la folla festante.



L'occasione per la visita del pontefice è la ricorrenza della prima messa in lingua italiana, celebrata nella parrochia di Ognissanti, 50 anni fa da papa Paolo VI. Inoltre, l'evento vuole ricordare anche i 75 anni dalla morte di Don Luigi Orione. A pochi minuti dall'ingresso di Papa Francesco, un simpatico siparietto è stato offerto da tre preti che hanno partecipato alla festa con un balletto improvvisato.



«Non possiamo illuderci di entrare nella casa del Signore e ricoprire, con preghiere e pratiche di devozione, comportamenti contrari alle esigenze della giustizia, dell'onestà e della carità verso il prossimo». Papa Francesco celebra così messa nella parrocchia di Ognissanti, a Roma, per il cinquantesimo anniversario dalla prima messa in italiano fatta da Paolo VI, e, richiamando alla necessità di un «culto autentico», tuona contro quanti a parole si professano cattolici ma poi nella pratica non lo sono.



«Padre vado tutte le domeniche a messa, tu non mi disturbare. Il discepolo di Gesù non va in chiesa solo per precetto, per sentirsi a posto con un Dio che poi non deve 'disturbarè troppo». Dice Francesco: «non possiamo sostituire con 'omaggi religiosì quello che è dovuto al prossimo, rimandando una vera conversione. Il culto, le celebrazioni liturgiche, sono l'ambito privilegiato per ascoltare la voce del Signore, che guida sulla strada della rettitudine e della perfezione cristiana».



Da qui l'invito «ad avere e promuovere una vita liturgica autentica, affinchè vi possa essere sintonia tra ciò che la liturgia celebra e ciò che noi viviamo nella nostra esistenza.
Si tratta di esprimere nella vita quando abbiamo ricevuto mediante la fede».
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