Roma, le basiliche papali in 3D raccontate dalla voce di Adriano Giannini

Roma, le basiliche papali in 3D raccontate dalla voce di Adriano Giannini
di Paola Polidoro
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Mercoledì 6 Aprile 2016, 20:23 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 09:52

«Chi ppopolo po’ èsse, e cchi sovrano, / che cciàbbi a ccasa sua ‘na cuppoletta / com’ er nostro San Pietr’ in Vaticano? / In qual antra scittà, in qual antro stato / C’è st’illuminazzione bbenedetta, / Che tt’intontissce e tte fa pperde er fiato?».
 



Nelle parole del Belli c’è tutto lo stupore di chi entra per la prima volta a Roma, il turista che sceglie San Pietro come prima mèta, certo, ma anche la meraviglia che instupidisce chi è abituato a circumnavigare in macchina il colonnato della Basilica e s’imbatte nella cupola michelangiolesca da una prospettiva insolita, come quella che regala “San Pietro e le Basiliche Papali di Roma 3D”, il film prodotto da Sky 3D e Centro Televisivo Vaticano in collaborazione con Nexo Digital, Magnitudo Film e Sky Arte HD, riconosciuto come di interesse culturale dal Mibact.

«Sky punta sul patrimonio culturale e siamo il primo investitore europeo di contenuti televisivi», ha detto Andrea Zappia, ad di Sky Italia. La veduta tridimensionale del cuppolone dall’alto è solo una delle meraviglie che la pellicola, in proiezione dall’11 al 13 aprile in 250 sale italiane (elenco su www.basilicheroma3d.it), offre allo spettatore. In maggio, poi, sarà nei cinema di 50 paesi, dal Canada al Messico all’Irlanda. «È la prima volta - ha detto Monsignor Viganò presentando la pellicola, in anteprima per la stampa, in un luogo di per sé già magico come la Sala Regia del Vaticano, collocata tra la Cappella Sistina e la Paolina - che le basiliche non sono ridotte a location». Infatti: le riprese oltre la teca che protegge la Pietà di Michelangelo emozionano anche chi l’ha ammirata dal vivo, come i due ettari di marmi di San Pietro, definita dal direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci «il colpo di teatro più geniale che sia mai stato messo in figura»; o come la passeggiata spaziotemporale che si vive percorrendo la navata di Santa Maria Maggiore, voluta da papa Liberio al quale, dice la leggenda, era apparsa in sogno la Madonna la notte prima della nevicata del 358.

O ancora, l’intatto chiostro della meditazione in San Paolo fuori le Mura, sopravvissuto al terribile incendio che distrusse la basilica nel 1823 e che la rese, poi, esempio di una reinvenzione ottocentesca di un capolavoro medievale. Qui, nella Basilica più periferica, riconosciuta come patrimonio Unesco nel 1980, l’ultimo dei tondi musivi con i ritratti dei papi rappresenta Francesco. Nell’anno del suo Giubileo della Misericordia, tra critiche all’impreparazione e all’inefficienza della città, abbiamo con questo film l’occasione di sorvolare letteralmente sulle problematiche della Capitale grazie a un’immersione nei tesori di San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo Fuori le Mura, e a un volo panoramico che – complici le riprese forse effettuate in un crepuscolo d’estate – ci restituisce lo splendore inalterato di una città cinta da un fiume davvero biondo, impreziosito da pini maestosi e fiancheggiato da strade scorrevoli.

La storia delle Basiliche Papali, tra realtà e leggende, è raccontata, oltre che da Antonio Paolucci, dall’architetto Paolo Portoghesi, dallo storico dell’arte Claudio Strinati e da Micol Forti, direttore della collezione d’arte contemporanea dei Vaticani.
Accompagna lo spettatore nel viaggio la voce di Adriano Giannini, che legge brani delle “Passeggiate romane” di un viaggiatore colto e sensibile come Stendhal.

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