Pedofilia, nunzio della Repubblica Dominicana ridotto allo stato laicale. Rischia il carcere

Pedofilia, nunzio della Repubblica Dominicana ridotto allo stato laicale. Rischia il carcere
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Venerdì 27 Giugno 2014, 14:56 - Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 14:01
Il primo grado di processo canonico contro l'ex nunzio nella Repubblica Dominicana, mons. Jozef Wesolowski, per abusi sessuali su minori, si concluso in questi giorni presso l'ex Sant'Uffizio con una condanna alla dimissione dallo stato clericale. Ora l'arcivescovo ha due mesi per proporre appello. Con riferimento ad alcune notizie apparse recentemente sui mass media (Wesolowski è stato visto recentemente dal vescovo ausiliare di Santo Domingo passeggiare per una via di Roma), «si precisa che finora mons. Wesolowski - comunica la sala stampa vaticana - ha usufruito di una relativa libertà di movimento in attesa che la Congregazione per la Dottrina della Fede procedesse a verificare il fondamento delle accuse mosse a suo carico». «Tenuto conto della sentenza ora pronunciata dal summenzionato Dicastero - viene aggiunto -, saranno adottati nei confronti dell'ex Nunzio tutti i provvedimenti adeguati alla gravità del caso». Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha spiegato ai giornalisti che «si prenderanno misure perchè sia residente in un posto preciso, limitato, senza libertà di movimento, poichè è una persona giudicata colpevole di un reato grave ed in attesa di un ulteriore procedimento giudiziario». Mons. Wesolowski, 66 anni, polacco, alle spalle una lunga carriera diplomatica, era nunzio a Santo Domingo dal gennaio 2008. Papa Francesco lo ha dimesso da nunzio e richiamato a Roma nell'agosto 2013 in seguito alle accuse di abusi su minori emerse nella Repubblica Dominicana. In Vaticano è stato quindi sottoposto prima al giudizio canonico, il cui primo grado si è concluso in questi giorni con la riduzione allo stato laicale, e non appena la sentenza sarà definitiva - Wesolowski ha due mesi per proporre eventuale appello - partirà anche il processo penale davanti agli organi giudiziari vaticani, essendo l'ex nunzio un cittadino dello Stato vaticano.
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